Big Pharma. Così ho ucciso per profitto

by redazione | 12 Agosto 2014 8:40

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È di poche settimane fa la notizia dell’aumento di suicidi e omicidi tra i veterani dell’esercito USA in trattamento psicofarmacologico per il cosiddetto DSTP (Disturbo da Stress Post Traumatico). Ogni volta gli stessi commenti da parte di parenti e amici: era un bravo ragazzo, nessuno se lo sarebbe aspettato.

Il Colonnello Bart Billings, dell’Esercito degli USA, ha gestito il progetto DSPT per i Veterani di ritorno dalla guerra. Secondo lui, i farmaci psicotropi sono stati un tale triste fallimento, e causa di tanti suicidi da parte di uomini e donne in servizio, da fare meritare la corte marziale ai medici militari che li hanno prescritti.

In maniera simile, dietro alle inspiegabili sparatorie che di tanto in tanto insanguinano le scuole USA – è ormai assodato – c’è uno psicofarmaco il cui “bugiardino” mette in guardia contro i rischi di pensieri e comportamenti suicidi e omicidi.
Come nel caso di Jose Reyes – il dodicenne autore della sparatoria in una scuola del Nevada: è recente l’ammissione, da parte degli investigatori, circa l’uso di psicofarmaci da parte del killer.
Casi simili sono all’ordine del giorno anche nel nostro Paese, con decine di casi documentati di violenza omicida e suicida legata all’uso di psicofarmaci.

Verrebbe da chiedersi perché, nonostante la scia di sangue che si lasciano dietro, questi farmaci vengano prescritti con tanta leggerezza.
Effetti collaterali: morte, il libro di John Virapen (ex manager di Eli Lilly) pubblicato da Chinaski Edizioni, ex manager pentito della Eli Lilly & Company, getta una luce sinistra su questi fatti.

«Indirettamente ho contribuito alla morte di tante persone, i loro fantasmi oggi mi perseguitano» scrive Virapen. Secondo lui, per la multinazionale del farmaco che ha prodotto e distribuito il Prozac, bugie, sperimentazioni spregiudicate e corruzione sono il mix micidiale utilizzato per imporre sul mercato i propri prodotti, realizzando profitti miliardari, anche se «distruggono la salute delle persone, addirittura dei bambini».
Virapen ha lavorato con il Prozac (Fluoxetina), predecessore dello Strattera. È un farmaco psicotropo, che – secondo l’autore – può rendere aggressivi o stanchi di vivere nel giro di poche settimane: effetti collaterali devastanti, che dovrebbero portare al ritiro immediato del farmaco: invece viene prescritto sempre di più ai bambini, «il nuovo segmento del mercato».

Virapen spiega come sia possibile tutto questo, quali siano i meccanismi dell’industria farmaceutica e la sua penetrazione nel mercato. Virapen non si discolpa, racconta come ha corrotto funzionari di vari Paesi perché autorizzassero la commercializzazione di farmaci che avrebbero causato gravi danni alle persone.
«Corrompere le autorità diventò parte delle mie tristi incombenze. Uno di questi casi in particolare si rivelò il fiore all’occhiello della mia carriera e portò a delle conseguenze ben precise. […] Ho compiuto un gesto criminale. Sono stato costretto a corrompere il funzionario per ottenere l’approvazione del farmaco, anche se sapevo che il farmaco avrebbe causato danni alla gente.»

Nel libro si spiega come le grandi case farmaceutiche spendano circa 35-40 mila dollari l’anno per ciascun medico in attività per convincerlo a prescrivere i loro prodotti, e come scienziati e psichiatri qualificati vengano corrotti con viaggi, regali costosi, soldi o sesso per esprimere un parere favorevole: il 75 per cento dei maggiori scienziati in campo medico sono a libro paga dell’industria farmaceutica.
Addirittura Big Pharma inventa malattie – come l’ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività) per i bambini – al fine di commercializzare i propri prodotti.

«Quanto descritto nel libro è risaputo – sostiene Silvio De Fanti Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus. Purtroppo non ci scandalizziamo più. Ma di fronte alle migliaia di morti e tragedie riconducibili più o meno direttamente agli psicofarmaci è giunta l’ora di fare luce su queste sostanze.
Il problema è l’enorme conflitto di interessi in seno al sistema stesso – continua De Fanti: gli psichiatri che dovrebbero assicurare la qualità di questi farmaci percepiscono a vario titolo ingenti somme da Big Pharma”.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
www.ccdu.org

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