Banche contro la crisi sospesi 9,7 miliardi di mutui alle imprese

by redazione | 31 Agosto 2014 9:09

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ROMA . La buona notizia è che quasi 28mila piccole e medie imprese italiane — quasi l’uno per cento del totale in attività — possono tirare un sospiro di sollievo e rinviare le rate del mutuo. La cattiva è che le difficoltà di chi fa impresa sono crescenti e queste 28mila aziende non sono che la punta di un iceberg chiamato crisi.
I dati sulla sospensione del pagamento dei ratei da parte dell’Abi, l’associazione delle banche italiane, mettono in evidenza quanto ancora siano in sofferenza le imprese, soprattutto quelle medie e piccole, che nel nostro Paese rappresentano il 99,9% del totale e muovono qualcosa come 420 miliardi di euro di valore aggiunto.
Ad oggi, sono 27.151 le Pmi che hanno sospeso le rate dei propri finanziamenti nel periodo compreso tra l’ottobre del 2013 e il giugno 2014, grazie all’Accordo per il credito 2013. Secondo l’Abi le operazioni effettuate hanno un controvalore complessivo di debito residuo pari a 9,7 miliardi di euro. In questo modo, attraverso il rinvio dei pagamenti, le imprese hanno a disposizione una maggior liquidità calcolata dalle banche in 1,2 miliardi.
Dando uno sguardo alla distribuzione delle domande accolte dagli istituti di credito si scopre che quasi un terzo delle richieste, e quindi il settore dove pesa maggiormente la crisi, arriva dal commercio e dagli alberghi (il 27,2%). Il 18,6%, invece, giunge da imprese del settore edile e delle opere pubbliche. A seguire le richieste dell’industria col 16,1%, quelle degli artigiani col 7,4% mentre il 5,6% è riferito ad imprese del settore agricoltura e il restante 25,1% ai servizi.
Nel dettaglio questo accordo, prorogato di recente fino al 31 dicembre 2014, è stato realizzato da Abi e Alleanza Cooperative Italiane, Cia, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confindustria, Rete Imprese Italia e prevede sia la sospensione sia un allungamento dei finanziamenti, oltre a operazioni per promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attività.
Le imprese possono congelare per un anno il pagamento della parte relativa alla quota capitale delle rate dei mutui, anche se agevolati o perfezionati tramite il rilascio di cambiali. La sospensione per 6 oppure 12 mesi è prevista anche nel caso di canoni leasing: sei mesi per l’immobiliare o un anno per quello mobiliare.
I mutui, invece, possono essere estesi fino ad un massimo del 100% della durata residua del piano di ammortamento e comunque non oltre i tre anni per i mutui chirografari e a quattro anni per quelli ipotecari. Sono anche possibili: l’allungamento fino a nove mesi delle scadenze delle anticipazioni bancarie su crediti per i quali si siano registrati insoluti di pagamento e l’allungamento per un massimo di quattro mesi delle scadenze del credito agrario di conduzione.

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