«Aiuti» russi in Ucraina. Kiev: ci invadono
MOSCA — Il braccio di ferro che si trascinava da giorni sul convoglio umanitario russo fermo alla frontiera con l’Ucraina si è risolto ieri con una azione di forza di Mosca. Gli oltre duecento camion si sono messi in movimento senza l’autorizzazione di Kiev, hanno varcato la frontiera in un punto controllato dagli indipendentisti e sotto la loro scorta hanno raggiunto il centro della città assediata di Luhansk.
Il governo ha parlato subito di una vera e propria «invasione» del suo territorio, ma ha deciso di non reagire, lasciando passare i camion. Sul confine sono infatti ammassati migliaia di soldati russi appoggiati da mezzi aerei e terrestri che, forse, il Cremlino era pronto ad utilizzare in caso di attacco al convoglio: «La parte russa ha preso la decisione di agire», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Mosca che denuncia come i doganieri ucraini abbiano fatto il possibile e l’impossibile per ritardare il passaggio dei mezzi. «Lanciamo un ammonimento contro qualsiasi tentativo di interferire con questa operazione puramente umanitaria», prosegue il comunicato.
A Kiev questo è stato letto come un avvertimento molto esplicito, vista la netta superiorità delle forze russe in campo. Insomma, il convoglio verrebbe usato come strumento per provocare una reazione che possa poi giustificare un intervento armato o, addirittura, una invasione dell’Ucraina dell’Est. Di più, da Bruxelles un portavoce della Nato ha affermato – secondo il New York Times — che unità d’artiglieria guidate da personale russo sono entrate da giorni in Ucraina e avrebbero sparato contro le forze ucraine.
Ieri al confine, solamente una trentina di mezzi erano stati ispezionati dai doganieri ucraini. Non si sa quindi cosa contengano effettivamente tutti gli altri camion. Mosca giura che si tratta di generi alimentari, acqua minerale, generatori elettrici. Kiev teme anche che possano esserci armi destinate ai ribelli.
Mosca sostiene che il passaggio del convoglio è in accordo con la Croce Rossa Internazionale: «L’Icrc ha ufficialmente dato ricevuta delle garanzie sul passaggio del convoglio», afferma ancora il ministero degli Esteri russo. «Tutte le vie per la consegna sono ben note e l’Icrc le ha controllate; tutta la documentazione è stata completata. Il carico era pronto per l’ispezione dei doganieri ucraini che sono al posto di frontiera da una settimana». Dunque, non c’era ragione di perdere altro tempo.
Ma la Croce Rossa afferma invece di non aver potuto scortare il convoglio a causa «della situazione estremamente volatile». Quindi, secondo un portavoce dell’Unione Europea, l’ingresso è avvenuto contraddicendo anche gli accordi presi con la Croce Rossa. Per questo l’Ue ha denunciato «una chiara violazione della frontiera ucraina». «Grande preoccupazione» per l’ingresso del convoglio ha espresso anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, che sarà sabato a Kiev per promuovere un cessate il fuoco.
Anche la Nato ha fatto sentire la sua voce: l’iniziativa russa «può solo aggravare nella regione quella crisi che la stessa Russia ha creato e che continua ad alimentare», ha affermato il Segretario Generale Anders Fogh Rasmussen. L’Alleanza ha pure rilevato «un allarmante incremento delle forze terrestri e aeree russe in prossimità della frontiera».
L’arrivo dei mezzi russi impedisce alle truppe ucraine di continuare la loro offensiva che stava mettendo in grave difficoltà i ribelli, ormai asserragliati solo a Luhansk e Donetsk. Per loro qualsiasi pausa negli scontri è una boccata di ossigeno, visto anche che attraverso i varchi di frontiera possono arrivare altri rinforzi.
Oggi la cancelliera Merkel è a Kiev, dove forse chiederà al presidente Petro Poroshenko un cessate il fuoco. Per domani i filorussi hanno in programma una esibizione di forza nel centro di Donetsk, su piazza Lenin. Verranno messi in mostra due mezzi corazzati ucraini semi-distrutti e saranno fatti sfilare i prigionieri catturati fino ad ora.
Fabrizio Dragosei
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