Da parte sua, un contributo fatto di cifre e di un ragionamento cristallino – di cui qui potete ascoltare un estratto.
Per Barbi, “Il mancato sviluppo e la mancanza di occupazione determinano cattivo pensiero sociale e da qui i rischi legati ai nazionalismi. In Italia non si osa parlare di ricchezza: eppure in Spagna e in altri Paesi dell’UE le rendite finanziarie sono entrate nell’Irpef e si e’ realizzata progressività di prelievo… Cosa accadrebbe da noi se si osasse proporre una cosa simile?”.
Sergio Segio, presidente di Società e Informazione Onlus e curatore del Rapporto, ha dichiarato che “Non di crisi si tratta bensì di catastrofe globale. Dopo sei anni, gli indicatori economici e sociali rivelano un quadro drammatico: in Europa le persone senza lavoro sono aumentate di 10 milioni, portando a 27 il totale attuale. In Italia il numero di chi vive in condizioni di povertà assoluta e’ raddoppiato fra il 2007 e il 2012, passando da 2ml 400mila a 4ml 800mila. Tra il 2012 e il 2013 si sono persi 424mila posti di lavoro”.
Solo numeri? No, poiché Segio affronta il tema delle soluzioni annotando come “Non si sia fatto alcun serio investimento per promuovere l’occupazione e sostenere il lavoro. La rotta non e’ stata invertita e nemmeno corretta. Le politiche della Bce, del Fondo Monetario e della CE hanno portato allo stremo Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Romania. In atto vi e’ una lotta ‘di classe dall’alto’, una resa dei conti con i sistemi di welfare e di Stato sociale”.
Nulla e’ mutato nel paradigma condiviso, “Le logiche del profitto guardano ancora alla crescita infinita. Addirittura i Poteri forti rilanciano con il T.T.I.P.-Transatlantic Trade and Investment Partnership, trattato commerciale fra UE e U.S.A.” (peraltro ancora semi-segreto e non portato all’attenzione dell’opinione pubblica, almeno quella europea – N.d.R.). E’ allora in torto Federico Rampini, con il suo libro ‘Banchieri-storie dal nuovo banditismo globale’ (Mondadori)?
Maurizio Gubbiotti, coordinatore nazionale Legambiente, ha affermato che “In dodici anni, dalla prima edizione del Rapporto a oggi il quadro geo-politico e’ totalmente mutato”; Don Armando Zampolini, presidente Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, che “L’eccesso di proprietà privata e’ un furto ai poveri”; Alessio Scandurra di ‘Antigone’, che “La tutela dei diritti deve essere intesa in chiave globale. A Genova, nel 2001, siamo stati picchiati perché il Potere non aveva altre risposte da dare”.
Come ha chiosato l’on. Paolo Beni (Pd), “Quelli attuali sono i risultati di uno sviluppo sbagliato e palesemente fallito anche se oggi non da tutti accettato”. Fra costoro, i profeti delle politiche pubbliche inutili e del mercato regolatore di se stesso, “Oltre alla Troika al governo in Europa”.
Alla presentazione del Rapporto – steso con il fattivo contributo di ActionAid, Arci, Fondazione Basso, Forum Ambientalista,Gruppo Abele – anche il sen. Luigi Manconi (Pd), presidente della Commissione Diritti umani.