Iran, 700 manifestazioni pro Palestina
L’ Iran si mobilita per la Palestina. Le tradizionali celebrazioni dell’ultimo venerdì di Ramadan si sono trasformati in raduni a sostegno della resistenza palestinese. Secondo la tv pubblica, gli assembramenti hanno luogo in oltre 700 città iraniane. Già nei giorni scorsi, a Tehran decine di sostenitori del regime hanno manifestato sfilando verso l’Università. A motivare le proteste sono arrivate anche le dichiarazioni dell’ayatollah Ali Khamenei. «La resistenza armata è l’unico modo per affrontare» Israele, «la cui fine è l’unico vero rimedio, anche se questo non significa distruggere gli ebrei in questa regione», ha detto la Guida suprema in un discorso all’Università di Tehran.
Khamenei ha ribadito la necessità di convocare un «referendum sull’esistenza» dello Stato ebraico, che ha definito «un regime mortifero», a cui dovrebbero prendere parte tutti gli abitanti della regione, inclusi i profughi palestinesi. Khamenei ha chiesto poi ai palestinesi di proseguire la lotta armata contro Israele e di estenderla alla Cisgiordania. «Il solo modo di fronteggiare questo regime selvaggio è di proseguire la resistenza, la lotta armata e di estenderla alla Cisgiordania», ha detto l’ayatollah.
Intanto ieri, tre cittadini statunitensi, incluso il corrispondente dall’ Iran del Washington Post e sua moglie sono stati arrestati a Tehran. Jason Rezaian, 38 anni, corrispondente del quotidiano Usa dal 2012, è cittadino iraniano e statunitense. Sua moglie è cittadina iraniana e corrispondente del quotidiano degli Emirati arabi, The National. Anche familiari di giornalisti della Bbc sono stati oggetto di perquisizioni e interrogatori dei servizi di intelligence. Lo scorso anno, le autorità hanno tentato di intimidire lo staff dell’emittente della Bbc in farsi, minacciando le famiglie di 15 dipendenti e intimando loro di non continuare a lavorare.
Nel 2009, la reporter irano-americana Roxana Saberi venne arrestata per possesso di alcolici. È stato scarcerato invece il dissidente iraniano, Mehdi Khazali, per motivi di salute. Khazali era in ospedale dopo un lungo sciopero della fame, iniziato per denunciare le sue condizioni di detenzione.
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