I missili Buk, la battaglia tra caccia: il dramma a 10 mila metri d’altezza

I missili Buk, la battaglia tra caccia: il dramma a 10 mila metri d’altezza

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L’Ucraina è una sorvegliata speciale. Da quando è esplosa la crisi, la Nato ha aumentato la sorveglianza. Due navi per l’intelligence, l’italiana Elettra e la francese Dupuy de Lomè, hanno vegliato a lungo in Mar Nero. Entrambe le unità però sono tornate alle rispettive basi. Poi ci sono i satelliti spia. Infine le intercettazioni della Nsa. In questa rete è rimasto forse qualcosa che potrà aiutare le indagini sul volo MH17. Un primo commento venuto dai servizi del Pentagono afferma: è stato un missile terra-aria ma non possiamo dire con certezza chi lo abbia lanciato. Dunque, con la cautela dovuta alla situazione, proviamo a indicare gli scenari.
Il missile
Il Boeing 777 potrebbe essere stato abbattuto da un missile terra-aria di fabbricazione russa «Buk». Parliamo di un’arma che può raggiungere un bersaglio a 14 mila metri. Il sistema è in dotazione all’esercito ucraino ma due settimane fa i ribelli avevano annunciato di averne catturato uno. E sui social network sono circolate foto che lo mostrerebbero nascosto vicino a un supermercato pronto all’azione. Impossibile trovare conferme. Così come va registrata la notizia riportata giorni fa da alcuni media russi: «I cieli dell’Ucraina dell’Est sono protetti dal Buk», titolavano con soddisfazione. Il sistema comprende un’unità con i missili, il radar di ricerca e la stazione comando, ma non ci sono prove che i ribelli pro Mosca abbiano catturato l’intero apparato. Inoltre per usarli serve personale addestrato: «volontari» russi hanno colmato il vuoto nel campo amico? Gli insorti insistono: siamo in possesso solo di missili portatili (Manpad) che hanno un raggio d’azione di 3/4 mila metri. Con queste armi, nei giorni scorsi, hanno abbattuto diversi caccia e cargo ucraini. In base a questi elementi — incerti — possiamo passare alle ipotesi: 1) Errore dei filo-russi convinti di tirare su un velivolo nemico. Uno sbaglio determinato dalla difficoltà nel maneggiare i Buk. 2) Nelle vicinanze del Boeing c’era un aereo militare che ha tratto in inganno chi ha sparato. 3) Sono stati i governativi ucraini. In questo «disegno» c’è spazio anche per la storia — già smentita — sulla presenza sulla stessa rotta del jet con a bordo Vladimir Putin.
Il caccia
Prima delle indicazioni di fonte Usa, si è parlato di una situazione «alla Ustica». Il volo MH17 finisce nel mezzo di un duello aereo tra caccia ucraini e russi. Un missile centra accidentalmente il jet carico di passeggeri. Nei giorni scorsi erano circolate voci che riportavano possibili scontri tra le due aviazioni. Le ipotesi: 1) C’è un combattimento e il 777 viene coinvolto. 2) Uno dei caccia cerca di nascondersi al nemico usando il Boeing come ombra, il missile finisce sul bersaglio più grosso. 3) Errore diretto del pilota militare.
L’esplosione
Non si è trattato di un missile o dei colpi sparati da un caccia. A bordo del jet malese si è verificata un’esplosione che ha innescato un evento catastrofico che ha segnato la sorte dell’aereo. Inevitabile pensare al caso del volo MH370 malese disperso dall’8 marzo nell’Oceano Indiano. Stesso modello — un 777 —, stessa compagnia.
Le difese
Gli aerei passeggeri possono essere protetti contro la minaccia dei missili? Solo contro quelli a corto raggio, i Manpad portatili. La compagnia israeliana El Al ha adottato un sistema di difesa. Una risposta a tentativi di attacco organizzati in passato da gruppi palestinesi e qaedisti. Nel 2002 a Mombasa un commando jihadista ha cercato di abbattere un 757 pieno di turisti usando un vecchio Strela 2, quasi una reliquia della Guerra fredda. Un attentato per fortuna fallito. Ma oggi gli Strela o gli americani Stinger sono stati rimpiazzati da sistemi più moderni. Per questo, da tempo, gli Usa hanno montato sull’ Air Force One uno scudo adeguato che può fermare alcuni tipi di missile e confondere i radar di guida.
Guido Olimpio


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