Expo, Maroni indagato per le assunzioni di due fedelissime

Expo, Maroni indagato per le assunzioni di due fedelissime

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MILANO . Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni è indagato per presunte irregolarità relative a contratti legati all’Expo. La procura di Busto Arsizio lo accusa di aver fatto pressioni per ottenere l’assunzione, da parte di aziende, di un paio di conoscenti.
Troppi controlli — della Corte dei Conti — troppi rischi di perdere mediaticamente la faccia. E allora, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, anziché rimpinguare la schiera di uomini di fiducia del suo staff, decide di ricollocare altre due fedelissime su società controllate dalla stessa Regione, per incarichi professionali — se veri o presunti lo accerterà un’indagine — per circa 200 mila euro.
Un escamotage quello usato dall’ex segretario del Carroccio, che da ieri mattina risulta indagato dalla procura di Busto Arsizio per «induzione indebita a dare o promettere utilità» (pena massima fino a tre anni). Un modo per assicurare a due persone a lui molto vicine, un’assunzione che altrimenti sarebbe stata troppo sospetta. «Non essendo riuscita la collaborazione presso lo staff presidenziale » — è scritto nell’avviso di garanzia — , il governatore della Lombardia, avrebbe «esercitato pressioni» su manager di società controllate dalla stessa Regione, per fare ottenere i due importanti incarichi. Con Maroni, è indagato anche il suo segretario particolare, Giacomo Ciriello. Il reato contestato sarebbe stato commesso «il 4 luglio 2014». Almeno di questo sono convinti i pubblici ministeri di Busto Arsizio, Eugenio Fusco e Pasquale Addesso.
Una irregolarità sostanziale, ma anche uno sperpero di denaro pubblico quello che secondo l’accusa, avrebbe commesso il leader della Lega Nord. Al centro dell’ultimo scandalo, le posizioni contrattuali di Mara Carluccio — collaboratrice ai tempi di Maroni ministro dell’Interno — e di Maria Grazia Paturzo. Due donne — è questa l’ipotesi della procura — che
non sarebbero potute rientrare tra le new entry dell’era Maroni alla Regione lombarda. Anche perché «la loro assunzione sarebbe stata oggetto di controlli da parte della Corte dei Conti». Ed ecco l’intervento diretto di Ciriello, «che manifestava » come l’arruolamento della Paturzo e della Carluccio, fosse espressamente un «desiderio del presidente Maroni». Poi, sono partite le pressioni «su esponenti della società Eupolis ed Expo», che avrebbero garantito alla Carluccio «contratti per 29,500 mila euro annui (come dalla stessa indicati per proprie esigenze fiscali)». E alla Paturzo per 5417 euro al mese con un contratto di «2 anni ». I nomi dei funzionari, al momento non sono emersi («sono in corso di identificazione», recita l’avviso di garanzia). Ma un dato è certo. Lo sviluppo investigativo emerso ieri con le perquisizioni dei militari del Noe dei Carabinieri sono una costola del troncone sfociato prima con l’arresto — su ordine della procura di Napoli — , e poi
con il processo a carico dell’ex numero uno di Finmeccanica, Giuseppe Orsi. L’avviso di garanzia recapitato al governatore, ufficializza come le verifiche, in realtà, siano evidentemente andate avanti per mesi. Expo, dal canto suo, si limita a precisare che con l’incarico affidato alla Paturzo, «ha accolto la segnalazione di Regione Lombardia — attraverso il gabinetto del presidente — che ha indicato in Paturzo il profilo idoneo al ruolo da ricoprire, data la sua provata esperienza in ambito istituzionale».
«Sono assolutamente sereno e allo stesso tempo sorpreso », garantisce l’esponente leghista. «Per quanto a mia conoscenza, è tutto assolutamente regolare, trasparente e legittimo. Si tratta — ha spiegato il presidente Maroni — , di due contratti a termine per persone che svolgono, con mansioni diverse, attività quotidiana di supporto della Regione Lombardia dalla sede di Roma. La loro attività è finalizzata alla ottimizzazione e alla efficienza della macchina organizzativa in vista dell’evento Expo». Oggi — mentre il Movimento 5 stelle chiede le sue dimissioni e il Pd pretende chiarimenti — , Maroni sarà in Consiglio regionale per chiarire la vicenda.



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