by redazione | 9 Luglio 2014 11:33
ROMA . Alitalia, governo e sindacati trattano a oltranza per chiudere la questione degli esuberi entro il fine settimana. Martedì è atteso a Roma James Hogan di Etihad che, ufficialmente, presenterà il nuovo volo tra la Capitale e Abu Dhabi. Per quella data il manager si aspetta di trovare sul tavolo il via libera di banche e sindacati al suo progetto.
Ma se da giorni, ormai, si parla dei tagli “ufficiali”, pari a 2.251 posti di lavoro, dietro le quinte le parti avrebbero trovato un punto di caduta se non indolore, quanto meno più gestibile: tra le ipotesi quella più accreditata parla di 1.244 unità a rischio di cui 777, già in cassa integrazione volontaria. Per i restanti 467, coloro che rischiano di non avere un futuro lavorativo, non ci sono ancora soluzioni chiare all’orizzonte ma il governo e i sindacati stanno lavorando per non lasciare per strada nessuno di loro. Una riduzione di oltre mille posti, dunque, che dovrebbe rendere più rapido il confronto.
Ma dove saranno ricollocati gli oltre mille dipendenti salvati rispetto ai 2.251 previsti? Ci sarebbero 28 piloti che avrebbero già rinunciato al posto volontariamente. Altri 86 (50 comandanti, 8 assistenti di volo e 28 dipendenti di terra) hanno maturato i requisiti per andare in pensione mentre 85 lavoratori utilizzati nel settore dell’information technology troveranno riparo sotto l’ombrello di Poste italiane. E ancora i 56 addetti alla sicurezza di Alitalia saranno assunti da un azienda privata e lo stesso avverrà per 100 dipendenti ricollocati in aziende fornitrici di Alitalia. Futuro segnato nel Golfo, invece, per 100 piloti e altrettanti tecnici e ingegneri aeronautici, assunti direttamente da Etihad. Infine resteranno a Fiumicino, ma spostati in altri settori, 200 addetti all’handling e altri 200 tecnici della manutenzione che indosseranno la casacca della Atitech.
Nel frattempo però il sindacato al suo interno è spaccato: se da una parte Cgil, Cisl e Ugl chiedono il contratto nazionale del trasporto aereo, un pacchetto complesso che non si materializzerà in tempi brevi, la Uil Trasporti, Anpac, Anpav e Avia mettono su un piatto d’argento a Etihad un’offerta alla quale è difficile rinunciare. «Siamo pronti a sottoscrivere immediatamente un blocco di tre anni di tutte le dinamiche contrattuali impegnandoci per la pari durata di piano alla “pace sociale” con la rinuncia ad azioni di rivendicazione » hanno scritto la maggioranza di piloti e assistenti di volo a Hogan. Che avrebbe chiesto nelle scorse settimane «certezza delle regole» e che «il costo del lavoro non aumenti negli anni». Ecco perché i naviganti scelgono la linea morbida.
Come ha spiegato l’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio ieri sera al termine del primo incontro coi sindacati «ci sono una serie di ipotesi sul tavolo», in attesa di un passo avanti deciso che potrebbe arrivare già oggi con un nuovo round di negoziati.
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