Alitalia, scontro sul blocco degli stipendi
ROMA . Le due strane alleanze sindacali nel trasporto aereo rischiano di mandare in stallo la trattativa con Alitalia e Etihad. Una spaccatura netta tra Cgil, Cisl e Ugl da una parte e la Uil alleata con Anpac, Anpav e Avia, in pratica gran parte dei naviganti di Alitalia, dall’altra. Nel mezzo 22mila persone, tra personale della compagnia e indotto, che restano col fiato sospeso in attesa di sapere chi e in quanti lasceranno il vettore. I numeri ufficiali, quelle 2.251 uscite previste annunciate nei giorni scorsi, sono l’asticella che di sicuro è stata già abbassata a quota 1.250 come ha anticipato Repubblica.
Ieri però oltre alle indiscrezioni sugli esuberi “veri” che in pochi conoscono e che vengono sussurrati solo al tavolo del negoziato, si è aggiunta la guerra di comunicati tra sindacati, mai così divisi sulle soluzioni e vicini solo nel prendere le distanze dalle proposte emerse fino ad oggi al tavolo. Alla lettera aperta che di fatto annuncia il blocco delle richieste salariali al nuovo proprietario per 3 anni, inviata da Uil e sigle professionali a James Hogan, numero uno di Etihad (da martedì prossimo atteso a Roma per chiudere l’affare) hanno replicato con forza gli altri confederali. Mentre la discussione sul destino di 777 persone in cassa integrazione volontaria a zero ore da tre anni e su quello di altri 470 dipendenti va avanti, Cgil, Cisl e Ugl vanno all’attacco dei “cugini”.
«Mentre noi stiamo cercando di costruire qualcosa di importante prendiamo atto di una lettera a firma di Uil Trasporti Naviganti, Anpac, Avia e Anpav spedita a Hogan, dove queste associazioni si rendono disponibili a qualsiasi sacrificio pur di favorire l’esito positivo delle operazioni o garantirsi ciò che gli permette di tenere in piedi le loro parrocchiette ».
La lettera, già dura, prosegue distribuendo bacchettate alle compagnie italiane: «Sicuramente anche tra i vettori c’è chi, come le associazioni professionali, non vuole delle regole
comuni di base, e per questo sono usciti da Assaereo», associazione delle compagnie con Alitalia unica iscritta. «Ma finché queste aziende troveranno personaggi disposti a sottoscrivere contratti aziendali al ribasso, di cui è inutile commentarne il contenuto, e non ci saranno delle regole uguali per tutti saremo sempre esposti al dumping sociale e salariale. Questo non è fare sindacato, questo è ciò che noi non faremo mai». E La Cgil, con la leader Susanna Camusso, chiede «soluzioni positive per tutti i lavoratori e non una sola parte».
Nel frattempo governo, azienda e sindacati, su tavoli separati, proseguono l’analisi delle richieste avanzate da Etihad. Se sugli esuberi i numeri si riducono, non è ancora chiara la situazione sul fronte bancario che deve sciogliere le riserve entro il fine settimana. «Su Alitalia resto del parere che Etihad ha offerto un piano da valutare con positività, è una proposta industrialmente seria e quindi quello che c’è da fare va fatto» ha detto ieri Federico Ghizzoni, ad di Unicredit. «Non può essere chiesto l’impossibile — ha aggiunto — ma bisogna arrivare all’accordo».
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