Ue, l’accordo è fatto Commissione a Juncker Schulz a Strasburgo

by redazione | 21 Giugno 2014 11:02

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BERLINO . È fatta: per la nuova Commissione europea Angela Merkel ha scelto l’intesa con i socialisti europei di Matteo Renzi, di Martin Schulz e del vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel ai patteggiamenti con gli euroscettici.
Ha preferito accogliere il pressing del premier italiano e della Spd piuttosto che cedere alle minacce del premier conservatore britannico David Cameron o degli eurominimalisti tra gli stessi popolari. «Dico sì a una riconferma di Schulz quale presidente del Parlamento europeo », ha affermato oggi pomeriggio la Cancelliera. In poche ore, ha risposto alla significativa concessione degli eurosocialisti. I quali, per bocca di Sigmar Gabriel, avevano annunciato la rinuncia a chiedere per Schulz la vicepresidenza, quindi la poltrona tedesca nella Commissione. Quella resterà a Guenter Oettinger, democristiano ma da sempre rivale da destra di Merkel nel partito. Ai socialisti potrebbe restare l’altro incarico-chiave, quello del Consiglio europeo, che potrebbe andare infatti alla dinamica e popolare premier danese Helle Thorning-Schmidt.
In poche ore, le grandi famiglie dei democratici europei, tra pressing e negoziati, hanno ritrovato se stesse nel ruolo di risposta alla sfida: opporre una solida maggioranza alla minaccia del voto del populismo di destra. «Minaccia che vediamo serissima qui – dicono fonti di Berlino – soprattutto in Francia, potenza atomica dove il primo partito alle europee è stato il Fn definito in pubblico “fascista” da Schaeuble (democristiano, ministro delle Finanze, ndr)». Se c’è un “giorno più lungo”, a volte, come al cinema, promette di finire bene. Anche se non è l’ultima battaglia. «Il gruppo tedesco nel Ppe darebbe il suo sostegno a Schulz come presidente del nuovo Parlamento europeo», ha affermato “Angie”.
I segnali decisivi dei socialisti erano venuti uno dopo l’altro a Merkel: mano tesa, nello scontro con Cameron che minaccia l’uscita di Londra dalla Ue se il vincitore delle elezioni – il democristiano Jean-Claude Juncker finora poco sostenuto dalla cancelliera – erediterà la poltrona di Barroso.
Prima, giovedì, Renzi aveva proposto una Commissione con un 40 per cento di donne. Argomento cui, per storia personale e strategia di soft power rosa e bipartisan anche a casa, “Angie” non è insensibile. Poi ieri mattina Gabriel ha annunciato la rinuncia di Schulz al ruolo di vice di Juncker: «Lui e Schulz devono fare asse».
Molto resta da negoziare, nelle larghe intese europee. Juncker è sensibile alle richieste socialiste per crescita e occupazione giovanile, ma Merkel ieri ha ribadito il no tedesco a deroghe al Patto di stabilità e al fiscal compact chieste dall’Italia e da Gabriel. C’è tempo per litigare, negoziare, accordarsi. Ma il Patto sui valori costitutivi è salvo.

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