Il reddito delle famiglie torna agli anni Ottanta

Il reddito delle famiglie torna agli anni Ottanta

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MILANO — La metafora (sportiva) potrebbe essere questa: mentre i principali “avversari” europei si avvicinano al traguardo, l’Italia non solo arretra ma registra il calo maggiore in termini di performance. Secondo uno studio Cesp, Centro studi promotor, tra il 2001 ed il 2013 il prodotto interno lordo pro capite nel nostro paese è diminuito del 6,5% passando da 24.460 euro a 22.874 mentre la media Ue è salita del 10% da 21.153 a 23.262 euro. E se, nello stesso periodo, le cose non sono andate meglio per molti cugini europei, l’Italia è però il Paese Ue dove la contrazione è stata maggiore e l’unico dove si è passati da una media superiore a quella europea a una inferiore. A registrare un calo del pil pro capite negli anni tra il 2001 e il 2013 infatti sono stati anche Spagna, Portogallo e Cipro, ma l’Italia è l’unico Paese in Ue dove si è passati da una media superiore a quella Ue (+15,6%) a una inferiore (-1,7%). Ben diversa, rispetto a quella italiana, è la situazione per Germania o Francia. Il Pil pro capite tedesco nel 2001 superava quello medio della UE del 26% e nel 2013 del 32,5% (30.829 euro). Ha mantenuto la sua posizione anche la Francia dove la ricchezza pro capite è al di sopra della media europea. Moderata diminuzione dello scarto positivo, passato dal 25,3% del 2001 al 18,8% del 2013 (27.641 euro). In Italia al contrario, secondo Nomisma, nel 2013 il potere d’acquisto pro capite delle famiglie è diminuito dell’1,3% sull’anno precedente registrando una caduta complessiva rispetto ai valori pre-crisi del 2007 di quasi il 13%. Un calo che ha portato il reddito familiare «ai livelli di fine anni Ottanta».


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