by redazione | 8 Giugno 2014 19:17
BAGDAD . Raffica di attentati con sei auto bombe e un bilancio drammatico di almeno 60 morti a Bagdad. Mentre a un centinaio di chilometri di distanza miliziani qaedisti assaltavano il campus universitario di Ramadi, prendendo in ostaggio studenti e impiegati e a Mosoul, nel nord del paese, almeno sessanta persone morivano in scontri tra forze di sicurezza e insorti. Un vero e proprio bagno di sangue nel paese martoriato dalla guerra civile. Da giovedì scorso, l’Isis (i miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante) ha sferrato una vasta offensiva oltre i confini di al Anbar, sfidando in modo esplicito l’autorità di Bagdad, percepita da ampi settori del sunnismo politico iracheno come un appendice dell’espansionismo iraniano — persiano e sciita — nel Medio Oriente arabo. Nei mesi scorsi, i miliziani qaedisti si erano impadroniti di Falluja — un tempo capitale della resistenza irachena ostile alle truppe anglo- americane — e di alcune zone di Ramadi.
Il governo di Maliki, sostenuto anche dagli Stati Uniti in nome della «lotta al terrorismo», ha ordinato diversi raid aerei e bombardamenti di artiglieria, nei quali sono finora morte, in cinque mesi, più di 350 persone.
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