by redazione | 12 Giugno 2014 16:35
Non di sole tangenti sopravvive la Laguna. Non di solo Mose. Ma anche di cittadini uniti. E di utopie che fanno il giro del mondo. Ieri il comitato ” Poveglia per tutti “, un’associazione nata con lo scopo di raccogliere i fondi necessari a garantire l’accesso pubblico a un isolotto messo in palio dal Demanio per far cassa, ha portato a casa una piccola vittoria.
A giugno, quando erano arrivate le proposte ufficiali per stabilire chi sarebbe diventato padrone dell’isola per i prossimi 99 anni, le offerte in campo erano solo due: quella di un imprenditore veneziano, Luigi Brugnaro, che metteva sul piatto 513 mila euro, e quella dei cittadini riuniti nell’associazione per Poveglia, di cui “l’Espresso” aveva parlato ad aprile e che da allora era stata raccontata dal New York Times e da giornali di tutto il mondo, e che era riuscita a offrire ben 160 mila euro, raccolti con l’adesione di 4.329 persone.
Secondo il bando, il Demanio avrebbe premiato l’offerta più vantaggiosa. Tutti davano per scontata la vittoria dell’imprenditore. Ma c’era una clausola: e riguardava la congruità dell’investimento e del progetto presentati alle esigenze di restauro dell’isola. E la proposta di Brugnaro è stata considerata “non congrua”.
«È un esito atteso e perseguito dall’Associazione», scrivono i cittadini del comitato: «che ha sempre sostenuto che l’isola non dovesse essere distolta dal patrimonio collettivo, tantomeno senza un progetto che emergesse dalle esigenze, bisogni e desideri della cittadinanza». Così, per ora, sembra aver vinto l’utopia. Anche se i palazzi dell’isola, nota all’estero con la fama di “Ghost island”, abitata dagli spettri, per il suo passato da ospedale, sono fatiscenti. E avrebbero bisogno di interventi e restauri. «Ci candidiamo a gestirla per mantenerla aperta e fruibile», dicono gli attivisti: «Anche perché questo successo dimostra la capacità dalla comunità che si è attivata per fare tesoro delle competenze e delle professionalità esistenti sul territorio, messe in campo a progettare Poveglia e a raccogliere idee sul suo utilizzo».
Il pensiero va poi al momento che sta attraversando Venezia, travolta dagli scandali e dagli arresti legati alle tangenti per la costruzione delle barriere idrauliche del Mose, per le quali è indagato anche il sindaco Giorgio Orsoni: «Mentre alcune grandi opere», continuano dal comitato: «cresciute come una metastasi, tiravano sotto un’intera classe “dirigente” di affaristi e amministratori senza dignità, migliaia di cittadini riuniti nell’Associazione lavoravano perché un pezzetto di laguna tornasse patrimonio di tutti».
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