Il Papa e i corrotti

by redazione | 12 Giugno 2014 10:37

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I poli­tici e gli ammi­ni­stra­tori cor­rotti «dovranno ren­dere conto a Dio» delle loro azioni. Lo ha detto ieri papa Fran­ce­sco durante l’udienza gene­rale a S. Pie­tro. «Una per­sona cor­rotta sarà felice dall’altra parte?». No, il suo cuore è cor­rotto e «sarà dif­fi­cile andare dal Signore», ha ammo­nito, evo­cando, senza nomi­narlo, l’inferno. Non è la prima volta che Ber­go­glio parla di cor­ru­zione. Lo aveva già fatto a marzo durante la messa in Vati­cano per i par­la­men­tari. E rilan­cia in giorni di inchie­ste e arre­sti, dall’Expo al Mose, dove sono emerse anche rela­zioni con enti eccle­sia­stici come il Mar­cia­num (senza rile­vanza penale). Dito pun­tato anche con­tro le aziende armiere, i padroni che sfrut­tano i dipen­denti e gli orga­niz­za­tori della tratta. «Pen­sate che que­sta gente che sfrutta le per­sone con il lavoro schiavo ha nel cuore l’amore di Dio? No, non hanno timore di Dio e non sono felici». E «penso a coloro che fab­bri­cano armi per fomen­tare le guerre. Ma che mestiere è que­sto?», chiede il papa: «Fab­bri­cano la morte, sono mer­canti di morte. Che il timore di Dio fac­cia loro com­pren­dere che un giorno tutto fini­sce e che dovranno ren­dere conto a Dio».

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