Padoan: priorità a crescita e lavoro Bruxelles riconosca i nostri sforzi
TRENTO — «Permettetemi di rassicurare tutti. Cottarelli è alive and kicking (vivo e combatte, ndr), ci sentiamo più volte al giorno». Scherza nella forma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan davanti alla platea del Festival dell’Economia di Trento (ad ascoltarlo, nelle prime file, c’è anche il numero uno di Fiat Chrysler Sergio Marchionne). Ma poi torna serio e spiega cosa stia facendo il Commissario alla spending review: «Ora è nella seconda fase del suo lavoro, quella di valutazione della qualità della spesa». E la spesa è il convitato di pietra di tutti i ragionamenti. A partire dalle coperture per il bonus Irpef da 80 euro: «I soldi li troveremo e stiamo cominciando a lavorare sulla legge di Stabilità 2015». Ma «dove e quanti non posso rispondere ora, vi dovete accontentare dei principi: tagli permanenti di imposta, per essere credibili, devono essere coperti da tagli permanenti di spesa». Da Trento, dove da venerdì economisti, politici e premi Nobel stanno discutendo di classi dirigenti, sviluppo e bene comune, il ministro lancia un messaggio chiaro: il semestre di presidenza europea dell’Italia dovrà puntare su politiche di crescita e occupazione. L’Europa ha affrontato la crisi «mettendo in agenda, dal 2007, il consolidamento fiscale, il riacquisto di competitività nei Paesi periferici e la riforma bancaria ma mancano ancora in agenda la crescita e l’occupazione». E questo non perché l’Italia abbia intenzione di non rispettare gli accordi Ue: «Se nuovi argomenti vengono messi sul tavolo non è per svicolare, ma per essere seri su crescita e occupazione: è l’intento del governo italiano». In Europa c’è un problema di «fiducia» e «il compito dell’Italia è essere seria e credibile». Domani ci sono le pagelle della Commissione Ue agli Stati membri e Padoan si aspetta delle «diversità di opinione» ma «è nella normale dialettica». Tuttavia «le raccomandazioni della Commissione riguardano soprattutto le riforme strutturali e spero – ha detto – che si riconosca uno sforzo molto importante e di conseguenza un miglioramento permanente della performance dell’economia».
«Un pacchetto di riforme ha un impatto maggiore della somma dei suoi componenti», ha proseguito Padoan e «l’impatto è migliore se l’economia è in espansione: noi siamo nella fase giusta per fare le riforme perché siamo in una fase di ripresa anche se debolissima». Al momento «il vero dramma dell’economia italiana è la dinamica calante della produttività» ma «un abbattimento più deciso del cuneo fiscale ci permetterebbe di saltare su un sentiero più elevato di crescita». A livello europeo, poi, «si deve far crescere l’inflazione e l’economia reale».
Il governo si sta muovendo. Sul tavolo ci sono la riforma del lavoro e quella della pubblica amministrazione. Nessuna intenzione, invece, di toccare l’età pensionabile: «E’ già indicizzata alle aspettative di vita – ha spiegato -. Ma non sono d’accordo a interventi per abbassare l’età pensionabile che stanno facendo alcuni Paesi, come la Germania». Quanto alla Tasi, «l’aumento era atteso, apparentemente gigantesco», ma «l’aggiustamento era già previsto e starà ai Comuni stabilire» quale aliquota applicare. Tutto concorre ad aumentare la crescita, anche l’introduzione «tra qualche giorno della fatturazione elettronica della pubblica amministrazione». Il governo sta inoltre valutando una revisione dei meccanismi del patto di stabilità interno di enti locali e Regioni. Padoan ha poi difeso lo staff della Ragioneria dello Stato e dei dipartimenti del Mef: «Sono di altissimo livello – ha detto -. Quando sembrano reticenti dipende dal fatto che le richieste sono confuse e contraddittorie da parte del policymaker. Ma se le domande sono fatte in modo energico e semplice, e il mio capo è molto energico, le risposte arrivano». Certo, ammette Padoan, «la burocrazia deve smettere di rispondere subito: non se pò fa’. Ma non è contro il governo». Renzi – «il capo» – torna in causa più volte: «Una formula magica per l’occupazione? Non ce l’ho, chiedetela a Renzi, è possibile che magari ce l’abbia». Padoan ha dirottato su di lui anche un’altra domanda di un giovane: «Che tipo di società volete per noi?». Il premier sarà a Trento questa mattina e potrà rispondere.
Francesca Basso
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