«Nessuno è indenne» L’allarme corruzione della Corte dei conti
ROMA — La corruzione dilaga ovunque. Nessuno si ritenga «indenne». E «nessun organismo e nessuna istituzione si ritenga esente dall’obbligo di vigilanza». Suona ancora più amaro il monito del procuratore generale della magistratura contabile Salvatore Nottola, nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato 2013.
Chiaro il richiamo allo scandalo Expo, che da oggi, in prefettura a Milano, la nuova unità operativa del commissario Anticorruzione, Raffaele Cantone, cercherà di contrastare. Per evitare gli appalti «poco chiari», sui quali da subito si chiederanno spiegazioni, per avviare la settimana prossima i primi controlli. Ieri in una conferenza stampa a Milano, Cantone ha definito incongruenti e incompleti i dati messi a disposizione dall’Anticorruzione su 166 procedure di gara bandite per il 2012-2013, per complessivi 5 milioni di euro, pubblicate sul sito. All’attenzione sarà subito il «meccanismo delle infiltrazioni mafiose perché si è scoperto che la Lombardia, a lungo considerata mafia free, non lo è». La prima proposta «sarà di applicare a tutti i contratti la norma Severino che prevede la revoca in caso di gravi violazioni, ma che non può essere considerata retroattivamente» ha spiegato Cantone. Per i casi già all’attenzione della magistratura intende commissariare le aziende: «Uno dei primi temi oggetto di accertamenti», ha detto il magistrato, che tornerà presto in procura per «atti pubblici per attivare le procedure». Ma questa soluzione non varrà per appalti «diversi da quelli sottoposti a indagine». In sostanza per le due gare finite nell’inchiesta sulla cosiddetta cupola e vinte dalla Maltauro sì. Non per la Mantovani, coinvolta nel caso Mose e non per l’appalto in Expo.
Cantone annuncia anche che chiederà l’intervento delle organizzazioni internazionali anticorruzione. Ma punterà tutto su«controlli snelli ed efficaci che non impediscano l’operatività di Expo». «Non sono l’uomo della provvidenza», chiarisce Cantone. È «preoccupato» per la mole di lavoro che lo aspetta, ma ci scherza su: «Scaramanticamente porterò qualche corno in più»
Intanto la Corte dei conti denuncia: la corruzione, «condiziona gravemente l’economia», ma si lega a doppio filo con evasione fiscale, economia sommersa e criminalità organizzata. «I contesti in cui essa ha occasione di svilupparsi sono i più vari», «il suo terreno di coltura è la illegalità in tutte le sue forme». Servono, spiega Nottola, «norme semplificate e centri decisionali ridotti all’essenziale ma ciò non deve giustificare la soppressione di regole e controlli, invece questi vengono via via smantellati in base alla motivazione della emergenza, che giustifica deroghe ai codici degli appalti e della concorrenza, nonché l’abolizione di controlli preventivi e di gestione». Il caso Expo dimostra che avere allentato i controlli e aumentato le deroghe è stato un errore fatale. E l’allarme della Corte, inascoltato, si è concretizzato.
Virginia Piccolillo
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