Mose, i cannibali del Veneto
La squadra e il compasso. Politica bipartisan al servizio del “cerchio magico” delle imprese predestinate. Una piramide di potere, tangenti e finanziamenti occulti costruita grazie al Mose (mega-cantiere da oltre 5 miliardi). E’ crollata dopo tre anni di indagini della Procura e di certosini riscontri della Gdf. Era il Veneto della cazzuola a senso unico nelle Grandi Opere: se non scattava la concessione senza controlli a beneficio del Consorzio Venezia Nuova, era sempre pronto un project financing e non mancavano mai le cooperative “rosse”.Il regolo? Giancarlo Galan, governatore dal 1995 al 2010, due volte ministro e ora presidente forzista della commissione cultura della camera.
Nemmeno troppo al coperto il diagramma di flusso che triangola politici (dall’assessore regionale Fi Chisso al consigliere Pd Marchese, dall’ex europarlamentare Lia Sartori al sindaco Orsoni), professionisti della finanza e contabilità (da Roberto Meneguzzo di Palladio al commercialista Francesco Giordano) e funzionari pubblici (dalla Regione al Magistrato alle Acque al generale in pensione Spaziante). Sono i cannibali “modello veneto”. Millantatori compresi, tutti con il conto cifrato, lo stipendio aggiuntivo, la vocazione sussidiaria, la consulenza fittizia o il familiare interesse. E’ lo schema della “salvaguardia” di Venezia che tracima nelle corsie autostradali, nei nuovi ospedali, e riemerge in periferia con le cricche della logistica o l’ultimo stadio dei conflitti d’interesse.
IL “DOGE”, LA VILLA, IL CONSULENTE
Galan ha esibito il suo orgoglio il 5 giugno 2009 al matrimonio con Sandra Persegato nella villa di Cinto Euganeo sui Colli padovani. Quella ristrutturata grazie a sovrafatturazioni della Mantovani Spa durante i lavori al mercato ortofrutticolo di Mestre: oltre un milione di spese con Tecnostudio di Danilo Turato, ora ai domiciliari.
Ma nell’inchiesta si staglia la figura di Paolo Venuti, commercialista. Compare come revisore dei conti in decine di società partecipate e strategiche nel Veneto, mentre recita il ruolo di “consulente fiduciario” della coppia Galan-Persegato in particolare grazie a Margherita Srl e Pvp Srl. Gli investigatori sono arrivati ad Adria Infrastrutture e Mantovani Spa ricostruendo il legame con Claudia Minutillo (ex segretaria del doge) e Piergiorgio Baita, deus ex machina della Mantovani fino al 2013. Finì in carcere all’epoca di Tangentopoli, processato e assolto. Dopo altri 106 giorni di carcere ha revocato il mandato ai legali Longo (senatore Fi) e Paola Rubini. E ha disegnato con Giovanni Mazzacurati del Cvn la “mappa” del sistema parallelo.
Per Galan, un’altra brutta notizia: ieri è stato arrestato a Cagliari Alberto Rigotti, trentino, per il crac del gruppo editoriale Epolis che sembra intrecciarsi con la gestione delle società di comunicazione che compaiono nell’ordinanza dei magistrati veneziani.
L’IMBARAZZO DEL PD
Dal 1986 al 1995 il Cvn è stato presieduto da Luigi Zanda, ora capogruppo Pd al Senato. Arrestato con Orsoni c’è Giampietro Marchese: dal 2005 avrebbe incassato mezzo milione, anche all’interno della Regione, dalle mani di Federico Sutto (che il 7 febbraio 2013 consegnò 160 mila euro a Chisso). E a pagina 605 dell’ordinanza spicca un appunto: 40 mila euro di contributo al candidato Davide Zoggia (ex presidente della Provincia, poi nello staff di Bersani) più 7.428 euro di consulenza. Altri 15 mila euro al Comune di Padova e 4 mila al Pd. Indagato anche Lino Brentan, “referente” Ds nell’Autostrada Padova-Venezia già condannato per tangenti. Senza dimenticare la cena dell’8 giugno 2011 al Calandre. Con Mazzacurati e Pio Savioli del Cvn sono attovagliati l’allora sindaco Zanonato e il rettore Giuseppe Zaccaria. Discutono del progetto per il nuovo ospedale di Padova…
IL “MERCATO” APPALTATO
Mantovani, Fip, Consorzio Veneto Coop, Vittadello, Nuova Coedmar, Ccc: è il “giro” delle imprese per il Mose. E il sistema si allarga: Diego Carron (omonima società di costruzioni) compare a pag. 550 perché fa… riferimento a Chisso. L’impresa di San Zenone degli Ezzelini (Treviso) è protagonista di appalti come l’ampliamento dell’Orto Botanico dell’Ateneo di Padova. Il mercato si rivela tutt’altro che libero. Con Palladio Finanziaria che da Vicenza si preoccupa dei project non solo della sanità, mentre con Est Capital Sgr gestisce 800 milioni di fondi immobiliari con operazioni che riguardano hotel di lusso a Venezia e la “riconversione” dell’ex collegio gesuita Antonianum a Padova.
TUTTI A LIBRO PAGA
Dalle “ricevute” si materializza la rete di connivenze lì dove il Cvn poteva rischiare controlli o aveva bisogno di nuovi finanziamenti statali. Migliaia di euro distribuiti grazie ai “fondi neri” di 25 milioni all’estero. In Procura c’è chi immagina che il 20% dell’operazione Mose possa rivelarsi una provvista analoga. Sta di fatto che nel libro paga del “sistema” si contabilizza di tutto. Anche la Fondazione Marcianum, eretta dall’allora patriarca ciellino Scola. O il contratto di collaborazione a progetto per “operazioni inesistenti” di Giancarlo Ruscitti: era il segretario generale della sanità veneta, siede nel Cda dell’Irccs San Camillo al Lido e compare nei comitati d’onore della Compagnia delle Opere.
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