L’esodo dalle guerre, migliaia di sbarchi
È un’ondata inarrestabile. Uomini, donne, vecchi, bambini. Tanti bambini, perché adesso a fuggire dalle guerre e dalla fame non sono più soltanto giovani africani che si avventurano nel deserto, ma intere famiglie di siriani. Ieri questo carico di umanità è approdato in massa sulle coste siciliane: 3.300 persone in viaggio su pescherecci più o meno scalcinati recuperati dai mezzi della Marina militare e della Guardia costiera.
Un’ondata che fa arrivare a 43 mila i profughi approdati sulle coste italiane (in gran parte in Sicilia) negli ultimi cinque mesi, lo stesso numero di migranti arrivati nell’intero 2013. Sembra inevitabile che presto saranno superati i 63 mila del 2011, l’anno delle primavere arabe e della guerra in Libia. Una situazione che dà fiato alla Lega, pronta a parlare di invasione, di assedio, e ad attaccare l’operazione Mare Nostrum. «Basta! Quanti altri morti si dovranno piangere? Quanti altri milioni si dovranno buttare via?», dice il segretario Matteo Salvini.
Da Porto Empedocle ad Augusta, la macchina dell’accoglienza è in ginocchio, con i sindaci impegnati ad accogliere la marea umana con mezzi e strutture del tutto inadeguate. Centri di accoglienza strapieni, palasport requisiti, vecchie scuole trasformate in dormitori, assistenti sociali alle prese con centinaia di casi. Il paradosso è che il piano di emergenza umanitaria, varato nel 2011 in risposta all’esodo dal Nordafrica e portato avanti pur tra mille contraddizioni, è stato chiuso nel 2013, proprio alla vigilia delle nuove crisi internazionali. E l’attuale Piano nazionale di riparto dei migranti – predisposto dal ministero dell’Interno con il concorso di prefetture, Regioni ed enti locali – fatica a garantire accoglienza e a smistare velocemente i profughi, mentre è continuo il flusso di chi fugge verso la Francia e la Germania.
Ieri la cronaca degli arrivi è stata ininterrotta. A Porto Empedocle, nell’Agrigentino, ne sono arrivati in due tornate 838. Prima è approdata la nave Euro con a bordo 531 migranti, tra cui 42 minorenni e 121 donne, quattro delle quali con il pancione di gravidanze avanzate. Poi è arrivato il pattugliatore Peluso della Guardia Costiera, con a bordo 307 siriani, compresi 52 minorenni e 49 donne. Viaggiavano su due imbarcazioni fatiscenti, da cui è partito l’allarme lanciato con telefono satellitare. Il mare non era buono, ci sono stati momenti di difficoltà. I porti del Ragusano, la nuova zona calda, ne accoglieranno in poche ore duemila. Un motopesca in legno con 210 persone a bordo, tra cui 32 donne e sei bambini che si sono dichiarati eritrei, è stato agganciato da una motovedetta della Capitaneria di porto al largo di Marina di Ragusa ed è stato scortato fino al porto di Pozzallo. Qui si aspettano gli altri 1.750 che sono in viaggio sulla nave Libra e sul rimorchiatore Asso 25.
Si è riaperta perfino la frontiera Lampedusa, esclusa dalle destinazioni di approdo da quando, l’estate scorsa, è stato chiuso il centro di accoglienza. Ne sono arrivati circa cinquecento, duecento dei quali a bordo della nave San Giorgio. Altri 271, di origine eritrea, hanno trovato ad aspettarli sulla banchina i militari dell’Esercito impegnati nell’operazione «Strade Sicure». In mare di sicuro non c’è più nulla.
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