by redazione | 11 Giugno 2014 10:07
ROMA — Il diritto ad avere figli è incoercibile, il divieto della fecondazione eterologa crea una discriminazione economica, la provenienza genetica non costituisce un «imprescindibile» requisito della famiglia così come già riconosciuto per le adozioni. Sono questi i pilastri della sentenza della Corte Costituzionale depositata ieri a due mesi dalla storica dichiarazione di illegittimità del divieto di fecondazione eterologa contenuto nella legge numero 40 sulla procreazione medicalmente assistita.
È imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale . Da quel momento anche in Italia sarà possibile per le coppie utilizzare le tecniche che prevedono la donazione di gameti (ovocita e spermatozoi) da parte di una terza persona. È una rivoluzione. In pratica si torna alla situazione precedente la legge del 2004 quando non c’erano paletti.
C’è un altro passaggio fondamentale che mette a tacere le polemiche sorte in queste settimane sulla presunta inapplicabilità immediata del nuovo corso e la necessità di lavorare su una seconda legge. I giudici del Palazzo della Consulta chiariscono che non c’è vuoto normativo in quanto le norme presenti nel nostro ordinamento sono sufficienti perché i centri (oltre ai privati anche quelli pubblici, la sentenza non fa distinzione) possano partire subito. «Già da domani — conferma Filomena Gallo, dell’associazione Luca Coscioni — sarà possibile ricorrere alla fecondazione eterologa».
La Corte entra nei dettagli e indica in modo inequivocabile come si dovrà procedere: «Non c’è differenza tra eterologa e omologa (con gameti dei due partner)». E ancora: «La legge censurata creava una discriminazione tra coppie di fertili per la loro rispettiva condizione economica».
Una sentenza «coraggiosa», come la definisce Marilisa D’Amico, avvocato di alcune coppie che si sono appellate alla Consulta. La lettura e il deposito erano attesi due settimane fa ma in camera di consiglio si è acceso un ampio dibattito e sono state necessarie delle modifiche in particolare richieste dai quattro esponenti cattolici (Paolo Grossi, Marta Cartabia, Sergio Mattarella e Giancarlo Coraggio). Il relatore Giuseppe Tesauro ha condotto un attento lavoro di ricucitura. Tra i sì quello dell’ex premier Giuliano Amato che nel 2004, subito dopo l’approvazione della legge 40, presentò una proposta per la riammissione dell’eterologa.
Una grande gioia per le coppie italiane. In questi due mesi ai centri sono arrivate oltre 9 mila richieste e diversi genitori con bambini nati dalla provetta si sono offerti per donare gli ovociti congelati. Un altro fenomeno si va profilando. Sarebbero almeno 20 mila gli embrioni conservati in cliniche straniere (soprattutto Spagna e Belgio) e appartenenti a coppie italiane che ora vorrebbero riportarli da noi per proseguire il percorso verso la maternità.
Il divieto di eterologa era uno degli ultimi pezzetti di una legge ferocemente attaccata da associazioni, pazienti, società scientifiche e una parte della politica. I confini sono stati eliminati da sentenze di tribunali e Consulta a cominciare dal limite di creazione di tre embrioni e dal no alla diagnosi preimpianto.
Margherita De Bac
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