Grillo, sul web sì a Farage L’ira di eletti e militanti: fuori i Verdi, voto falsato
MILANO — Un plebiscito e nuove polemiche. Il risultato della votazione online tra gli attivisti del Movimento Cinque Stelle sancisce con numeri pesanti l’alleanza con il gruppo degli euroscettici, capitanato dall’Ukip di Nigel Farage. Su 29.584 votanti, infatti, ben 23.121 hanno scelto l’Efd, 2.930 l’Ecr dei conservatori inglesi e 3.533 l’ipotesi di non iscriversi a nessun gruppo. Se da un lato l’esito del referendum via web spalanca le porte al nuovo asse europeo (Farage ha salutato l’esito con entusiasmo: «Insieme a Beppe Grillo faremo un dream team da incubo per Bruxelles»), dall’altro fa piombare i Cinque Stelle nell’ennesima diatriba interna.
A far scattare i malumori è l’esclusione dei Verdi tra le opzioni proposte da Grillo sul blog. «In questo modo — sostiene il coportavoce degli ambientalisti, Angelo Bonelli — il leader orienta attraverso quesiti precostituiti, in stile Porcellum, il voto». Molti i commenti inferociti dei militanti — c’è chi parla anche di «referendum farlocco» — e anche deputati e senatori esprimono il loro disappunto. «Sono davvero avvilito per le modalità con le quali è gestito il portale del M5S» scrive Cristian Iannuzzi. Giulia Sarti, invece, posta una foto in cui vota per i conservatori «turandosi il naso», pur di non far vincere Farage. Vito Crimi replica agli affondi con ironia: «Sto leggendo tante critiche, le critiche degli “invecisti” (e qui rimanda a un post di Grillo del 2010) che non trovano le opzioni che vorrebbero. Beh anche io magari avrei preferito ci fosse il gruppo degli “Amici della Birra” o delle “Sentinelle del cannolo siciliano”». Il capogruppo a Bruxelles, Ignazio Corrao, liquida la questione con «solo un mal di testa…». Per Claudio Messora, invece, il patto con L’Efd «consentirà al M5S di acquisire il peso politico necessario per non essere più accusato di non contare niente».
Quello che è certo nella bagarre tra militanti è il calo dei votanti: in febbraio, la scelta se prendere parte o meno alle consultazioni con Matteo Renzi — la decisione principale di strategia politica degli ultimi mesi — aveva visto la partecipazione di oltre 41 mila persone: 12 mila (circa il 30%) in più rispetto a ieri.
Ma le acque agitate per i Cinque Stelle non sono solo in Europa. Sul fronte interno, il leader del Movimento torna ad attaccare il sindaco di Parma. «Pizzarotti risponda nel merito — twitta Grillo —. Perché non ha indetto un referendum per stabilire se Parma preferisce le penali o l’inceneritore come promesso?». Pronta la replica (via Facebook) del primo cittadino: «Se mi avessi chiamato invece di scrivere, ti avrei spiegato che non esistono penali che permettono la chiusura dell’impianto, che è privato». E poi chiosa: «A questo punto ti chiedo: vuoi continuare con questo atteggiamento, fidandoti di gente che vuole il male del Movimento, o vogliamo tornare a risolvere i problemi dei cittadini?». Dopo gli ultimi battibecchi, la frattura tra i due sembra ormai alle porte: si parla della richiesta di Grillo e Casaleggio di una possibile verifica di metà mandato per i sindaci pentastellati.
Emanuele Buzzi
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