Giustizia, il Parlamento sfida il governo

Giustizia, il Parlamento sfida il governo

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ROMA . Giustizia alle soglie della polemica. Col rischio di un prossimo scontro al Senato su materie assai delicate come il falso in bilancio e la responsabilità civile dei giudici. Il governo, con più di un conflitto al suo interno, conferma che oggi, in consiglio dei ministri, saranno presentate le linee guida di numerosi provvedimenti, come Repubblica ha reso noto giovedì. Rinvio invece per un pacchetto di norme già pronte perché il premier Renzi preferisce una manovra organica, sul modello di quella fatta per la Pubblica amministrazione. Quindi nessun ddl, anche se il Guardasigilli Orlando ha già da tempo pronti quelli sull’anti-corruzione e la responsabilità e, per quanto si può capire da una pur blindatissima via Arenula, proprio lui avrebbe preferito andare avanti. Soprattutto per evitare nuove polemiche al Senato con il presidente della commissione Giustizia Nitto Palma, che sta affilando i coltelli sulla responsabilità civile e sul pacchetto anti-corrotti, pronto a “scavalcare” il governo e a far approvare in aula il ddl Grasso e quello Buemi sulla responsabilità. A meno che, già oggi, Renzi e Orlando non decidano di rinviare a tempi brevissimi, già la prossima settimana, le misure su cui si muove il Parlamento. Basterebbe licenziare i ddl su criminalità economica e responsabilità.
Ma ecco l’impiccio che si dipana tra Palazzo Chigi, ministero della Giustizia e Senato. Renzi e Orlando si parlano e decidono che il primo step sulla giustizia è affidato alle linee guida. Temi caldi come la riforma del Csm, la nascita di un’Alta corte disciplinare, ma soprattutto il nodo delle intercettazioni e della tutela della privacy, richiedono un’approfondita discussione nel governo. I maligni sostengono che Renzi è preoccupato per la coincidenza con il voto sulle riforme costituzionali e teme un voltafaccia di Berlusconi, già sotto schiaffo per via della prossima sentenza su Ruby. Ma nell’esecutivo ci sarebbe soprattutto una netta frattura sul falso in bilancio. La soluzione Orlando, punibilità a 5 anni e perseguibilità d’ufficio, è avversata da chi, come Confindustria, e se ne sarebbe fatta carica il ministro Guidi, agita lo spauracchio delle piccole imprese sotto inchiesta per l’errore di un commercialista.
Niente testi quindi, tant’è che nulla è stato presentato nel pre-consiglio. Ma a questo punto, da ieri, ha cominciato a ingigantirsi il fantasma dello scontro al Senato, dove già si è arrivati ai ferri corti prima delle Europee, quando in commissione Giustizia ha fatto il suo esordio il ddl Grasso, che l’M5S ha insistito per calendarizzare. In quel testo c’è tutto, dal falso, all’auto- riciclaggio, alla prescrizione, alla marcia indietro sullo sdoppiamento della concussione. Era previsto in aula a fine maggio, ma il governo ha chiesto uno slittamento, proprio perché era “in cottura” il suo testo. Palma ha dovuto dire di sì, ma ora già dice che i 30 giorni di moratoria cui aveva diritto il governo sono scaduti, e quindi lui «va avanti».
Che fa il governo? Comunque un suo esponente dovrà dare i pareri sugli emendamenti. Presenterà delle sue modifiche? Lo può fare fino all’ultimo momento, ma il rischio caos è
evidente. Soprattutto perché lo scenario si ripresenta per la responsabilità civile, che già da domani pomeriggio è in fase di votazione. Il governo potrebbe presentare lì le sue proposte, ma a questo punto non si capisce perché non lo possa fare prima, in consiglio dei ministri, con un progetto organico (via il filtro, rivalsa dello Stato al 50%) su cui Orlando avrebbe già incassato l’apertura dell’Anm. Lo stesso problema si pone alla Camera con la prescrizione, dove c’è il ddl Ferranti, su cui la presidente della commissione Giustizia ha già avviato le audizioni con magistrati e giuristi. Il governo, a questo punto, rischia di rincorrere il Parlamento, con possibili brutte figure come quella dell’emendamento Pini (sì alla responsabilità diretta dei giudici) votato da un centinaio di esponenti della maggioranza.



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