A giudizio Erri De Luca, «per reato d’opinione»

A giudizio Erri De Luca, «per reato d’opinione»

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La deci­sione arriva in tarda mat­ti­nata: s’ha da pro­ces­sare il poeta. E così sia. Erri De Luca viene rin­viato a giu­di­zio dal gup tori­nese Roberto Ruscello per isti­ga­zione a delin­quere. Lo scrit­tore è accu­sato di avere – in un’intervista – inci­tato al sabo­tag­gio del can­tiere della Torino-Lione, in Val di Susa.
Il pro­cesso si aprirà il 28 gen­naio. L’ennesimo che riguarda l’opposizione al Tav, come se quest’opera fosse solo un argo­mento da aule di tri­bu­nale. Il giu­dice Ruscello ha così accet­tato la richie­sta dei pm Andrea Pada­lino e Anto­nio Rinaudo che, dopo la que­rela di Ltf (la società di gestione della tratta tran­sfron­ta­liera), ave­vano con­te­stato allo scrit­tore que­sta frase: «La Tav va sabo­tata. Le cesoie sono utili per­ché ser­vono a tagliare le reti». Secondo il sosti­tuto pro­cu­ra­tore Rinaudo: «Si tratta di un giu­di­zio fina­liz­zato a con­di­zio­nare l’agire di un altro».
A Torino, si arriva al punto di evo­care il reato di opi­nione. E, poco dopo il rin­vio, Erri De Luca digita sul suo pro­filo Face­book alcune parole: «Mi met­te­ranno sul banco degli impu­tati e ci saprò stare. Vogliono cen­su­rare penal­mente la libertà di parola. Pro­ces­sarne uno per sco­rag­giarne cento: que­sta tec­nica che si applica a me vuole ammu­to­lire. È un silen­zia­tore e va disar­mato». Lo scrit­tore de Il peso della far­falla non fa mar­cia indie­tro sulle sue affer­ma­zioni, in una recente inter­vi­sta a Repub­blica De Luca dove aveva pre­ci­sato: «Non ho mai fatto l’esaltazione del sabo­tag­gio. Ho sem­pli­ce­mente detto che quell’opera in Val di Susa va sabo­tata per diverse ragioni che tutti cono­scono bene…». Tut­tora difende il diritto d’opinione, la libertà di parola e il pro­prio soste­gno ai No Tav. Invita, infine, i magi­strati di Torino a inda­gare i piani alti del Tav, piut­to­sto che «per­se­gui­tare il movi­mento».
È ama­reg­giato il legale di Erri De Luca, l’avvocato Gian Luca Vitale: «Pen­sa­vamo non dovesse essere pro­ces­sato, ora cer­che­remo di dimo­strare che non deve essere con­dan­nato. Ne discu­te­remo in dibat­ti­mento». Uscendo dall’aula in cui si è tenuta l’udienza pre­li­mi­nare, Vitale ha riba­dito: «Le parole di un intel­let­tuale non pos­sono costi­tuire reato». E ha aggiunto: «Il giu­dice ha rite­nuto utile un accer­ta­mento dibat­ti­men­tale, ma noi con­ti­nuiamo a essere con­vinti che que­sto sia un pro­cesso alle parole e dimo­stre­remo tran­quil­la­mente che que­sta non è stata un’istigazione a delin­quere». Di tutt’altro tenore il com­mento di Alberto Mittone, legale di Ltf, costi­tui­tasi parte civile, che si dice invece «sod­di­sfatto» del rin­vio a giu­di­zio, per­ché «è quello che chie­de­vamo».
A favore dello scrit­tore si erano espressi intel­let­tuali e arti­sti ita­liani, da Fio­rella Man­noia ad Asca­nio Cele­stino, da Luca Mer­calli al padre com­bo­niano Alex Zano­telli fino ai Wu Ming, sot­to­li­neando come «le parole non si pro­ces­sino ma si libe­rino». In occa­sione della prima seduta dell’udienza pre­li­mi­nare si erano, inol­tre, svolti in diverse città pre­sidi con let­ture pub­bli­che dei testi di De Luca.
Ieri, è pre­valsa la posi­zione dei pm che nella scorsa udienza ave­vano soste­nuto: «Al bar­biere di Bus­so­leno pos­siamo per­do­nare se dice di tagliare le reti, a un poeta, a un intel­let­tuale come lui, no». Cri­tico sulla deci­sione del gup, Paolo Fer­rero, segre­ta­rio di Rifon­da­zione: «Con­ti­nua e si ina­spri­sce sem­pre di più la cri­mi­na­liz­za­zione del dis­senso, tutti quelli che non appog­giano la Tav fini­scono “menati” o denun­ciati. Ai magi­strati di Torino sug­ge­ri­sco di occu­parsi piut­to­sto del malaf­fare legato alle grandi opere come la Tav, invece che pro­ces­sare chiun­que esprima il pro­prio no ad un’opera inu­tile e dannosa».



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