Expo, i tre poteri di Cantone

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ROMA . Tre poteri in una sola persona. Di fare ispezioni. Di acquisire dati. Di comminare sanzioni. Tutto per Raffaele Cantone. A 43 giorni dalla sua nomina nel ruolo di commissario anticorruzione e a 32 dal suo coinvolgimento nello scandalo giudiziario sull’Expo di Milano come controllore e supervisore, pare proprio che oggi il governo dovrebbe farcela a dargli quei poteri che l’ex pm anti-camorra chiede, e senza i quali i suoi incarichi sono puramente nominalistici. In un consiglio dei ministri pomeridiano si discuterà la prima tappa della manovra del governo Renzi contro i corrotti. La prima, quella che riguarda per ora solo in poteri di Cantone, perché per le altrettanto importanti norme penali, dal nuovo falso in bilancio all’autoriciclaggio alla prescrizione lunga, bisogna aspettare un’altra settimana. La prossima, dopo che il 18 giugno il Guardasigilli Andrea Orlando avrà presentato le linee guida delle sue principali riforme.
Cantone dunque. Ma come vedremo anche Giuseppe Sala, il commissario unico di Expo. Sono poche le norme importanti che fanno di un commissario “simulacro”, come quello dell’Anac, uno “effettivo”. A partire da quella che gli darà pieni «poteri ispettivi», che il commissario potrà esercitare utilizzando una propria task force. Il decreto dice che potrà «richiedere atti e documenti», anche alla magistratura, a patto che il materiale non sia ancora coperto dal segreto delle indagini. Cantone potrà accedere a tutte le banche dati e acquisire quanto gli serve. Potrà anche ricevere «notizie e segnalazioni di illeciti ».
Cantone sarà una sorta di super poliziotto e supermagistrato? Di certo, per come palazzo Chigi sta disegnando la sua figura, Cantone potrà anche delegare le richieste di ispezione alla Guardia di finanza. Proprio come un pm fa con la polizia. Avrà, di conseguenza, un duplice e del tutto innovativo potere, che sarebbe stato suggerito e esplicitamente chiesto da Cantone. Prima quello di ordinare alle pubbliche amministrazioni di fare quello che non hanno fatto
per garantire la trasparenza e poi, qualora entro un tempo congruo esse non si adeguino, un potere sanzionatorio che sarà commisurato all’entità stimata della trasgressione.
Al pari del ministro della Giustizia,
anche il commissario farà ogni anno una relazione al Parlamento sullo stato della corruzione in Italia e sui mezzi di contrasto. Potrà anche proporre modifiche legislative dopo aver letto i provvedimenti del governo nell’ambito delle sue competenze. Su una richiesta, invece, Cantone non dovrebbe
spuntarla, un suo parere «obbligatorio» su tutti i provvedimenti, governativi e non, che riguardano la lotta alla corruzione.
La seconda parte del decreto legge, sui controlli per Expo, sarà chiusa solo oggi, al rientro di Renzi dal viaggio in Asia. Ma è scontato che il super commissario incasserà una norma per poter controllare i vecchi e i nuovi appalti. Otterrà una sua squadra speciale di investigatori che potranno chiedere atti e documenti alle stazioni appaltanti. Un uomo di Cantone parteciperà anche alle gare di aggiudicazione. Come necessaria conseguenza, al commissario verrà dato il potere di imporre il rispetto delle regole a tutti coloro che lavorano per Expo. Fino all’ultimo momento utile, stamattina, ci si arrovellerà sulla possibile revoca degli appalti.
Quanto a Expo il decreto è decisivo. Il commissario Sala ieri era ottimista: «Cambierà in meglio il nostro lavoro, ma deve davvero arrivare». Cosa attende Expo? Un capitolo importante, dal punto di vista operativo, riguarda Italferr, la società di ingegneria del gruppo Ferrovie dello Stato. È da qui che arriva Marco Rettighieri, il nuovo responsabile del cantiere. Ed è ancora da qui che dovranno giungere strutture e uomini in grado di far girare al massimo ruspe e operai e seguire tutta la partita delle “riserve”, ovvero le pretese di costi extra che vengono segnalati dalle aziende. Il decreto permetterà a Expo di affidare in modo diretto a Italferr questi compiti. Da risolvere c’è poi il problema della Maltauro, l’azienda finita nella bufera giudiziaria. In questo caso, “salvando” le altre imprese che
con Maltauro hanno vinto gli appalti, si farà in modo di mettere “sotto tutela” la società: per la parte dei lavori di Expo ci sarà la possibilità di creare un’amministrazione controllata. Una soluzione che, poi, potrà
essere replicata se ci fossero altri guai con altre aziende. Niente da fare, invece, per affidare senza gare a Fiera spa 80 milioni di commesse per allestire i padiglioni. In questo momento, con le polemiche ancora vive per le procedure di emergenza, non si sarà alcuna deroga.



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