by redazione | 9 Maggio 2014 8:58
Secondo alcuni testimoni, il rogo della sede dei sindacati di Odessa, avrebbe causato molti più morti dei 46 ufficiali. Di sicuro si è trattato dell’avvenimento più tragico, da quando il conflitto tra Kiev e i filorussi dell’est è iniziato. Un evento accaduto in una città che fino a quel momento non era stata al centro degli scontri. Quanto avvenuto a Odessa è stato ripreso nell’immediatezza dei fatti da quasi tutti i media del mondo, ma pochi giorni dopo ha finito per essere quasi dimenticato, forse sopraffato dalla cronaca e dalle dinamiche degli eventi, che mettono in grave imbarazzo Kiev e tutti quanti hanno — fin dall’inizio — dipinto la «rivoluzione» di Majdan come romantica ed eroica.
La verità è che a Odessa è successo qualcosa di molto grave, anche perché come dimostrano immagini e video, l’attacco è stato effettuato contro esponenti filorussi, che avevano creato nello spazio antistante il palazzo dei sindacati una sorta di accampamento del tutto pacifico. Dalle immagini di cui siamo a disposizione, e si tratta di riprese piuttosto chiare per quanto riguarda la ricostruzione degli eventi, si può affermare che il presidio di fronte al palazzo dei sindacati fosse di persone comuni e non armate, come è capitato invece di vedere in altre zone del paese negli scorsi giorni. La notizia del rogo è stata fin da subito descritta con toni tragici, glissando però su responsabilità e protagonisti.
I media — specie quelli italiani — si sono immediatamente fidati della versione di Kiev. Il governo autoproclamato di Majdan ha fin da subito affermato che l’incendio poteva essere stato causato dagli stessi filorussi. In seconda battuta si è detto che forse le cose non erano così chiare: le responsabilità erano sia dei filorussi, sia, forse, anche di chi si era scontrato con loro, lasciando intendere che dietro i «separatisti» ci fosse la presenza di Mosca, desiderosa di avere un caso drammatico, su cui basare un’eventuale invasione. Nella ricostruzione pesano tutte le parole, sia quelle di Kiev, sia quelle dell’ambasciatore americano in Ucraina.
Proprio lui, infatti, ha specificato che non ci sono «prove» circa una responsabilità russa nel massacro di Odessa. Non solo, perché Geoffrey Pyatt — che ha detto queste cose alla Cnn, non alla russa Rt — ha anche specificato che «la cosa peggiore sarebbero le prove dei video; queste dimostrerebbe una grave responsabilità della polizia nell’incendio e nell’incapacità di gestire la situazione».
Cos’è successo quindi? A quanto si sa, tutto sarebbe nato da un corteo degli ultras del Chernomorets Odessa, uniti a esponenti del gruppo nazista di Settore Destro, che avrebbero caricato i manifestanti nelle tende di fronte al palazzo dei sindacati. Alcuni video, che riprendono dall’alto la scena, dimostrano quanto accaduto: si vedono i tendoni, verdi; poi sulla destra spunta una massa di persone, con bandiere ucraine. Sembrano arrivare di corsa e attaccano quanti stavano sulla piazza.
Le immagini successive dimostrano l’inizio dell’incendio nella piazza: i tendoni vanno a fuoco, le persone scappano, molti di loro si rifugiano all’interno del palazzo. Nei pressi, nel frattempo cosa succede? Poco prima, immagini dimostrano che alcune ragazze, presumibilmente attiviste pro Majdan, preparano — quasi in catena di montaggio — le bottiglie molotov. I video che suggellano i momenti terribili in cui il palazzo prende fuoco, mettono in evidenza alcuni elementi: da fuori ha inizio una pioggia di bottiglie molotov contro il palazzo, mentre dall’interno si vedono divampare le fiamme.
Nel frame di un video on line, un poliziotto è intento a sparare alle persone che dalle finestre cercano un modo per sfuggire al rogo. Si buttano giù, non vedono altra soluzione. Altre immagini dimostrerebbero inoltre la partecipazione di milizie di Settore Destro: tanto fuori dal palazzo (si distinguono per una fascia rosso nera al braccio), tanto in cima al palazzo (dove si ritrovano persone con la stessa fascia).
Quest’ultime sparano su chi, intrappolato, prova a scagliarsi fuori dal palazzo. Anche altre persone sparano e secondo alcune ricostruzioni si tratterebbe di attivisti pro Majdan. In rete per altro, frange neonaziste hanno partecipato alla diffusione di immagini al riguardo. E nei messaggi c’è una piena rivendicazione del massacro. Uno di loro scrive: «Bravo Odessa, vero spirito ucraino! Lascia i diavoli bruciare all’inferno».
Una testimonianza particolarmente importante è stata quella di Tatiana Ivananko, sopravvissuta alla strage. All’emittente russa Rt ha raccontato i momenti terribili dell’attacco, della fuga e un particolare increscioso, che gira da molto tempo, specie su internet. Chi ha attaccato i filorussi, avrebbe anche «finito» alcuni di loro, sopravvisuti, con mazze e armi da fuoco.
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