by redazione | 3 Maggio 2014 9:13
WASHINGTON — Il governo di Kiev ha ammesso che le operazioni nelle zone orientali dell’Ucraina hanno incontrato inaspettate difficoltà. E più delle parole contano i fatti: due elicotteri abbattuti dai filorussi, un terzo danneggiato, diverse vittime negli scontri.
Il colpo è stato duro. I velivoli distrutti non sono semplici elicotteri ma delle «cannoniere volanti» Mi-24, ossia mezzi studiati per agire in territorio ostile. Inoltre, secondo le fonti ufficiali, sono stati neutralizzati dal lancio di missili anti-aerei portatili, sistemi che non sono certo utilizzabili dai semplici dimostranti protagonisti degli assalti di questi giorni. L’episodio conferma, da un lato, che la crisi sta scivolando verso forme pericolose, dove gli atti di guerra sono sempre più evidenti. Dall’altro è un’ulteriore prova che dietro gli scudi degli attivisti pro-Russia si celano elementi ben addestrati. Se non sono commandos russi Spetsnaz travestiti da dimostranti (come sospettano le intelligence occidentali), di certo si tratta di persone che sanno maneggiare bene le armi. E questa non è comunque una sorpresa. Sono gli stessi simpatizzanti di Mosca ad averlo rivelato.
Il poco misterioso colonnello Strelkov, alias Igor Girkine, l’uomo che agirebbe per conto del Gru, lo spionaggio militare russo, lo ha detto apertamente in un’intervista: «Gli uomini impegnati a Sloviansk fanno parte di un’unità che si è formata in Crimea. Sono militanti che hanno combattuto insieme all’Armata rossa in Cecenia o Asia Centrale. Altri, con uniforme ucraina, sono stati in Iraq e in ex Jugoslavia. Altri ancora in Siria». Quanto alle armi, Strelkov ha sostenuto che sono state sottratte alle forze ucraine, anzi in qualche caso sono state «offerte» dagli stessi soldati e agenti locali.
Nelle scorse settimane gruppi di «cosacchi» e miliziani hanno del resto assunto il controllo della miniera di Volodarsky, un luogo strategico. Secondo diverse fonti ospiterebbe un gigantesco deposito di armi, quasi un milione. Insieme alle prede di guerra, però, c’è altro. E i sospetti di Kiev, condivisi dagli americani, puntano sul network messo in piedi dal Gru.
Guido Olimpio
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