Poste ed Enav, svendita prioritaria

by redazione | 17 Maggio 2014 10:35

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Il governo dà in pasto ai mer­cati fino al 40% di Poste e fino al 49% di Enav per otte­nere in cam­bio la pace dello spread, la fidu­cia degli spe­cu­la­tori, l’illusione di ripia­nare una parte del debito pub­blico che nel 2015 arri­verà comun­que al 135% sul Pil. È il giorno dopo la cata­strofe: nel primo tri­me­stre di quest’anno la cre­scita è nega­tiva, gio­vedì la borsa ha bru­ciato 17,6 miliardi di euro, l’economia reale è quanto di più lon­tano da quella finan­zia­ria e in più la spe­cu­la­zione ha dato il primo e serio altolà a Renzi. Ora il governo deve dare un segnale. In realtà, si tratta di un’operazione annun­ciata da set­ti­mane. Il con­si­glio dei Mini­stri ieri ha varato due Dpcm che erano già stati esa­mi­nati lo scorso 24 gen­naio. Sono stati ripe­scati per dare un segnale di vita.

La fretta è stata tanta che restano molti det­ta­gli da chia­rire su que­sta ven­dita. È comun­que certo che, per quanto riguarda Poste, il governo si aspetta un ritorno da 4–5 miliardi di euro. Il 26 marzo scorso la com­mis­sione Tra­sporti della camera aveva invi­tato il governo a usare que­sto gruz­zo­letto per «inter­venti che pos­sano soste­nere effi­ca­ce­mente il rilan­cio dell’economia»: lo svi­luppo della banda larga, inve­sti­menti per il tra­sporto o con­tro il dis­se­sto idrogeologico.

C’è anche la pos­si­bi­lità che Renzi e Padoan lan­cino que­sto sas­so­lino nell’oceano di un debito che ha supe­rato i 2 mila miliardi di euro. Per dimo­strare alla Com­mis­sione Ue, il 2 giu­gno giu­di­cherà il loro Docu­mento di Eco­no­mia e Finanza insieme al Piano Nazio­nale delle Riforme, che vogliono ridurlo. Un maz­zetto di miliardi su oltre 2 mila. È in que­sto modo che l’operazione verrà giu­sti­fi­cata, a dispetto degli esiti fal­li­men­tari della pre­ce­dente ondata di privatizzazioni.

Secondo lo schema indi­cato nel decreto l’alienazione delle quote di mino­ranza a pri­vati e grandi inve­sti­tori potrà avve­nire a sca­glioni. Verrà rea­liz­zata con un’offerta pub­blica di ven­dita rivolta ai rispar­mia­tori ita­liani, inclusi i dipen­denti del gruppo, oltre che a inve­sti­tori nazio­nali e inter­na­zio­nali. Per i dipen­denti sono state pre­vi­ste forme di faci­li­ta­zione per l’acquisto come le tran­che dell’offerta riser­vata e lotti minimi garan­titi o sul prezzo, come la «bonus share» mag­gio­rata rispetto al pub­blico indistinto.

Poste è un’azienda in grande salute. Da poco alla pre­si­denza c’è l’ex for­zi­sta Elisa Todini, nomi­nata dal governo Renzi nell’ambito della spar­ti­zione delle nomine delle grandi aziende, attual­mente impe­gnata nella bat­ta­glia di man­te­nere il dop­pio sti­pen­dio da con­si­gliera Rai. Poste è anche cono­sciuta per­ché ha inve­stito 75 milioni di euro nel capi­tale di Ali­ta­lia, pro­spet­tando una poco cre­di­bile inte­gra­zione tra aziende che non hanno alcuna con­ver­genza strategica.

Que­sto gigante da 140 mila dipen­denti è stato la cavia per diverse spe­ri­men­ta­zioni del potere pub­blico sin dal primo governo Prodi. Oggi è a buon punto il pro­cesso che lo por­terà ad essere quo­tato in borsa. Nel frat­tempo sono nate nuove pre­sta­zioni e ser­vizi, acqui­site nuove aziende come quella dei cor­rieri Bartolini.

Nel caso di Enav, si pre­vede la ces­sione di una quota che assi­curi il man­te­ni­mento in capo allo stato di una quota di con­trollo asso­luto (51%). Al mini­stero dell’Economia viene affi­data la mas­sima discre­zio­na­lità nella ces­sione. Si pre­vede un’offerta pub­blica di ven­dita, rivolta anche in que­sto caso agli stessi dipen­denti. Il governo vuole pas­sare all’incasso sull’onda di un boom dell’azienda che gesti­sce e con­trolla il traf­fico aereo. Per l’azienda diretta dall’amministratore unico Mas­simo Gar­bini il 2013 si è chiuso con un utile di 50 milioni di euro. Nel 2006 Enav ha acqui­sito il 100% di Vitro­ci­set Sistemi, oggi Techno Sky, inter­na­liz­zando la con­du­zione e la manu­ten­zione dei sistemi di assi­stenza al volo e dei rela­tivi soft­ware. Nel 2012 ha acqui­sito il con­sor­zio Sicta (Sistemi Inno­va­tivi per il con­trollo del traf­fico aereo) che si occupa di atti­vità inge­gne­ri­sti­che di pro­get­ta­zione. È un’azienda in salute, ideale da col­lo­care sul mer­cato, otte­nendo più soldi possibile.

«Siamo con­trari a cedere alla spe­cu­la­zione finan­zia­ria dei grandi gruppi inter­na­zio­nali le nostre migliori realtà spe­cial­mente quando, come nel caso di Poste, ci sono in gioco i risparmi di milioni di pen­sio­nati, lavo­ra­tori e pic­coli rispar­mia­tori» ha detto il depu­tato di Sel Fran­ce­sco Fer­rara.
Con­tro la nuova sta­gione di pri­va­tiz­za­zioni, oggi sfi­lerà a Roma il cor­teo per i beni comuni pro­mosso dal Forum Ita­liano dei movi­menti per l’acqua al quale hanno ade­rito decine di movi­menti e associazioni.

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