Per la festa del 1°maggio, Maduro aumenta i salari minimi del 30%

by redazione | 1 Maggio 2014 9:36

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In Vene­zuela entra in vigore oggi, per la festa dei lavo­ra­tori, l’aumento del 30% del sala­rio minimo. Lo ha deciso per decreto il pre­si­dente Nico­las Maduro. La paga base passa così a 4.251,78 boli­var (674,88 dol­lari) e, con i buoni pasto e i sus­sidi all’alimentazione arriva a 5.600,78 boli­var (889,01 dol­lari). Stesso aumento per i pen­sio­nati, che per­ce­pi­scono un mon­tante ana­logo al sala­rio minimo. Un nuovo scatto verrà appli­cato fra qual­che mese. Maduro ha dato l’annuncio durante l’insediamento della Con­fe­renza di pace con la classe ope­raia che si è svolta nel palazzo pre­si­den­ziale di Miraflores.

“E’ un livello di difesa neces­sa­rio per la vita del nostro popolo, e dimo­stra la fal­sità dei para­digmi neo­li­be­ri­sti”, ha detto. Per l’occasione, ha anche deciso di incre­men­tare la Gran mision vivienda obrera, il piano di edi­li­zia popo­lare spe­ci­fi­ca­mente rivolto agli ope­rai, e la Mision mer­cal obrero che aumen­terà il numero delle reti di distri­bu­zione ali­men­tari a basso costo vicino alle abi­ta­zioni dei lavo­ra­tori. “Non c’è mai stato un governo che abbia garan­tito e tute­lato in que­sto modo il lavoro, il diritto all’alimentazione, alla salute e all’abitare: quello che s’intende per sala­rio sociale e che noi pro­teg­giamo”, ha detto ancora l’ex auti­sta del metro.

In Vene­zuela, sono gra­tuiti e garan­titi il diritto alla salute, all’istruzione e a una “casa degna”. Finora, la Gran mision vivienda ha con­se­gnato 241.000 abi­ta­zioni, com­ple­ta­mente ammo­bi­liate: gra­tis per chi non può pagare, a riscatto minimo e pro­por­zio­nato al red­dito per tutti gli altri. Com­presi i vene­zue­lani di classe medio-alta: ben dispo­sti ad acco­gliere nuovi edi­fici di lusso, ma pronti a fare bar­ri­cate per impe­dire la costru­zione di case popo­lari e la “con­ta­mi­na­zione” dei quar­tieri agiati. Il piano di edi­li­zia pub­blica ha por­tato lavoro per 450.000 per­sone ed è uno degli assi su cui punta il governo per rie­qui­li­brare l’economia e ridurne la dipen­denza dal petrolio.

L’annunciata “offen­siva eco­no­mica” cerca di limi­tare le impor­ta­zioni aumen­tando la pro­du­zione interna, per garan­tire il rifor­ni­mento di beni di con­sumo “a prezzo giu­sto” alla popo­la­zione. Prima di incon­trare gli ope­rai, Maduro ha svolto diverse riu­nioni con gli impren­di­tori, i com­mer­cianti e i rap­pre­sen­tanti di cate­go­ria. Incon­tri pre­vi­sti dai Dia­lo­ghi di pace, in corso con l’opposizione e con tutti i set­tori sociali sotto l’egida della Una­sur e del Vati­cano. “Credo nella buona volontà e nella fidu­cia che ho ripo­sto in quei set­tori impren­di­to­riali che chie­dono di pro­durre e che ten­gono al paese – ha affer­mato il pre­si­dente – con il loro lavoro e le poli­ti­che cor­rette che stiamo appli­cando, alla fine dell’anno avremo vinto la per­versa infla­zione indotta e avremo impo­stato l’equilibrio verso un nuovo modello pro­dut­tivo basato sull’uguaglianza e sulla giu­sti­zia sociale. I lavo­ra­tori sono classe di governo”.

Misure salu­tate con favore dalle orga­niz­za­zioni sin­da­cali che appog­giano il socia­li­smo e che oggi sfi­lano per soste­nerlo, ma con­te­state dai gruppi di oppo­si­zione, che hanno orga­niz­zato un Primo mag­gio in senso con­tra­rio.
Anche ieri, i gruppi oltran­zi­sti hanno orga­niz­zato bloc­chi stra­dali e scon­tri con la poli­zia. Dal 12 feb­braio a oggi, i morti sono 41 e oltre 650 i feriti. Nel fine set­ti­mana, è stato ammaz­zato con quat­tro colpi di pistola anche Elie­cer Otaiza, figura sto­rica del cha­vi­smo. “Moda­lità para­mi­li­tari”, ha detto qual­che espo­nente gover­na­tivo anche se i sospetti arre­stati, secondo il mini­stro degli Interni Miguel Rodri­guez Tor­res non chia­ri­scono “le moti­va­zioni” del delitto.

Ieri è andato in car­cere anche un indi­vi­duo chia­mato “l’aviatore”, accu­sato di aver diretto e finan­ziato i piani gol­pi­sti di que­sti mesi in base a diret­tive esterne: pro­ve­nienti dall’ex pre­si­dente colom­biano Alvaro Uribe e dai fal­chi del Pen­ta­gono, denun­cia il governo. Rispon­dendo agli anti­cha­vi­sti di Miami, Obama ha espresso “pre­oc­cu­pa­zione per la gente del Vene­zuela”. E Kerry ha denun­ciato ine­si­stenti “limi­ta­zioni di Inter­net”, respinte al mit­tente dal mini­stro degli Esteri vene­zue­lano, Elias Jaua. Oggi prende avvio il Con­si­glio per i diritti umani che, con l’ausilio di Una­sur, indaga sui fatti vio­lenti che si sono veri­fi­cati durante le proteste.

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