Nigeria. La commedia del buonismo globale «scorda» sfruttamento e corruzione

Loading

Si è aperta la cac­cia a Boko Haram, con la bene­di­zione dell’Onu che ha minac­ciato san­zioni mirate con­tro i mili­tanti e il soste­gno dell’Interpol che venerdì scorso, con una mis­siva del Segre­ta­rio gene­rale Ronald K. Noble al pre­si­dente nige­riano Jona­than, ha offerto assi­stenza per il ritro­va­mento delle oltre 200 ado­le­scenti da più di venti giorni nelle mani degli isla­mi­sti vicini ad Al Qaeda. Due le divi­sioni dell’esercito nige­riano schie­rate al con­fine con il Ciad, il Came­run e il Niger che insieme alle forze di poli­zia coo­pe­re­ranno con una task force inter­na­zio­nale che vede il coin­vol­gi­mento di Usa, Gran Bre­ta­gna, Fran­cia e Cina.

Eppure, al di là dell’indignazione susci­tata a livello mon­diale, con gli appelli di Ange­lina Jolie e della first lady Michelle Obama (che sabato si è sosti­tuita al marito nell’abituale mes­sag­gio di fine set­ti­mana per con­dan­nare il rapi­mento), si fa fatica a cre­dere che a mobi­li­tare l’intelligence mon­diale siano puri sen­ti­menti uma­ni­tari. La realtà è un’altra, amara, ama­ris­sima: quella per cui il ratto di que­ste sabine nige­riane, altro non ha fatto che sco­per­chiare e por­tare in super­fi­cie un’altra guerra som­mersa. Quella eco­no­mica, a difesa di forti inte­ressi soprat­tutto petro­li­feri che negli anni hanno fatto della Nige­ria la più grande eco­no­mia del con­ti­nente noir e un hub indi­scusso di com­pa­gnie euro­pee, sta­tu­ni­tensi, israeliane.

Terra di ric­che risorse natu­rali, la Nige­ria, prima tra tutte l’oro nero che gli val­gono il titolo di mag­gior pro­dut­tore di greg­gio dell’Africa, e la colo­niz­za­zione estera di mer­cati e ter­ri­to­rio non­ché lo sfrut­ta­mento e lo scem­pio ambien­tale. Un eldo­rado di vanità finan­zia­rie, che è motore e garante di mec­ca­ni­smi di cor­ru­zione poli­tica, ine­gua­glianza sociale, scar­sità di inve­sti­menti sco­la­stici e sani­tari con­tro i quali nes­sun eser­cito è inter­ve­nuto e l’intelligence di nes­sun Paese si è mai mobilitato.

Boko Haram — la cui minac­cia alla desta­bi­liz­za­zione delle regioni del Sahel è una realtà nota da tempo — è figlio di que­sti scempi poli­tici di cui Casa Bianca ed Eli­seo (al pari delle altre ammi­ni­stra­zioni inter­na­zio­nali) sono com­plici al fianco di grandi com­pa­gnie pub­bli­che e pri­vate con cui, quo­ti­dia­na­mente, si spar­ti­scono inte­ressi e affari. E come in altri con­flitti, in Afgha­ni­stan e nella stessa Africa (come il più recente Mali), il copione si rei­tera: una guerra eco­no­mica che si camuffa di acco­rati appelli uma­ni­tari e buoni sen­ti­menti, una guerra inne­scata dalla minac­cia ter­ro­ri­stica mon­diale di cui allo stesso tempo ne è però l’outcome. Una tra­gi­com­me­dia quasi disgu­stante (se non fosse per il sin­cero appello di alcuni impor­tanti espo­nenti della comu­nità civile), quella che sta andando in onda via etere in que­sti giorni e le cui mac­chine della reto­rica sen­ti­men­ta­li­sta sono state messe a moto ad arte, ancora una volta vit­time di una sme­mo­ra­tezza lunga decenni.

Eni, Shell e Total è il tri­dente che domina la Nige­ria, a cui non ultima per impor­tanza si aggiunge Areva e le sue miniere di ura­nio con cui con­di­vide gravi respon­sa­bi­lità nei disa­stri ambien­tali. Nella regione del Delta del Niger, nono­stante a par­tire dal 1960 il petro­lio ha gene­rato gua­da­gni di miliardi, la mag­gio­ranza della popo­la­zione vive in povertà e senza accesso ade­guato ad acqua pulita o all’assistenza sani­ta­ria. «Le com­pa­gnie petro­li­fere, in par­ti­co­lar modo la Shell Petro­leum, hanno ope­rato per più di 30 anni senza che un con­trollo serio o regole ambien­tali gui­das­sero le loro attività».

A soste­nerlo è il Pro­gramma dell’Onu per lo svi­luppo (Undp), nel Niger Delta Human Deve­lo­p­ment Report del 2006. Report citato anche da Amne­sty Inter­na­tio­nal nella sua rela­zione del 2009 Petro­lio, inqui­na­mento e povertà nel delta del Niger (oltre­ché in più recenti appelli): «Le per­sone che vivono nelle aree del Delta del Niger in cui si estrae petro­lio bevono, cuci­nano e si lavano con acqua inquinata,ma le loro pre­oc­cu­pa­zioni non sono prese sul serio e l’industria del petro­lio con­ti­nua a inqui­nare le risorse ambien­tali neces­sa­rie per la loro sopravvivenza».


Tags assigned to this article:
Boko HaramENINigeriaragazze rapiteShellTotal

Related Articles

Repressa la rivolta degli spazzini

Loading

ARABIA SAUDITA Due morti e 68 feriti sono il bilancio della «caccia all’immigrato»

Carles Puigdemont esce dal carcere sardo, ma resta il nodo dell’estradizione

Loading

Indipendentismo. L’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont era stato arrestato ad Alghero. Il caso esplode durante il negoziato tra Madrid e Barcellona

La flotta Usa verso Sochi

Loading

? Atleta ucraina si allena nel biathlon © Reuters

Olimpiadi. Obama manda le flotte navali e aree sul Mar Nero per proteggere la sicurezza degli atleti americani, mentre in Ucraina si discute di riforma costituzionale

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment