Istat: Quattro giovani su dieci restano senza occupazione

Istat: Quattro giovani su dieci restano senza occupazione

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La realtà dei numeri, punto più punto meno, continua ad essere drammatica. L’ Istat ha diffuso ieri i dati provvisori di marzo che, ancora una volta, raccontano di un’emergenza occupazionale da livelli record, con un tasso di disoccupazione pari al 12,7%, in calo dello 0,1% rispetto al mese precedente, ma in aumento dello 0,7% rispetto ad un anno fa. Variazioni decimali che non cambiano l’ordine di grandezza del fenomeno e fotografano una situazione «sconvolgente», per usare le parole scelte dal premier Matteo Renzi.
Ma se il quadro generale è stabile, ed è caratterizzato dal lavoro che non c’è, soprattutto per i giovani che si ritrovano con una disoccupazione ferma al 42,7% – vale a dire, quasi un giovane su due tra quelli che hanno dai 15 ai 24 anni cerca inutilmente lavoro – si vede anche qualche piccolo segnale di ripresa. Per la prima volta in questa fase della crisi, infatti, si registra un’inversione di tendenza nell’andamento dell’occupazione, il cui tasso si assesta ora al 55,6%. A marzo gli occupati sono saliti a 22 milioni e 356mila, in crescita dello 0,3% su febbraio (con un guadagno di 73mila posti di lavoro), benché in diminuzione dello 0,6% su marzo 2013 (con una perdita di 124 mila posti).
Un cambio di rotta i cui effetti sono ancora di impatto limitato sull’economia reale, come sottolinea il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, che intravvede «qualche modesto spiraglio positivo ancora assolutamente insufficiente». Ma che è nondimeno importante per quanto lascia sperare per l’immediato futuro, con gli analisti più prudenti che ci leggono almeno «l’arresto del processo di contrazione del mercato del lavoro», e quelli più ottimisti che tirano un sospiro di sollievo perché «il peggio è passato», visto che la ripresa del ciclo è iniziata e sono buoni i segnali che arrivano dalle indagini sulla fiducia.
Non a caso arrivano notizie cautamente positive anche sul fronte dei consumi, visto che sembra farsi un po’ più lontano lo spettro della deflazione, la spirale di abbassamento dei prezzi generata dalla depressione dei consumi che attualmente rappresenta un vero e proprio spauracchio per la ripresa economica italiana ed europea in genere. L’inflazione ad aprile torna a salire allo 0,6% dallo 0,4% di marzo, con un incremento su base mensile dello 0,2%, anche se le variazioni sono quasi nulle se si considera solo il carrello della spesa tipo, cioè i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto.
L’IMPEGNO DEL GOVERNO
Un quadro, quello delineato dai dati Istat, che non fa che aggiungere pressione sul mondo politico, impegnato nel frattempo nell’approvazione del decreto voluto dal ministro Giuliano Poletti che, tra mille polemiche e trattative all’interno della maggioranza, ha iniziato il suo iter parlamentare. «Oggi il lavoro attraversa un momento di grande difficoltà» commenta il responsabile del Welfare, sottolineando però «l’inversione di tendenza» rilevata tra gli occupati per la prima volta dal febbraio 2013. «Ma il tasso di disoccupazione è ancora drammaticamente elevato, soprattutto tra i giovani» aggiunge Poletti. «Per questo l’impegno prioritario del governo è quello di attuare interventi che possano favorire la ripresa economica e stimolare la crescita dell’occupazione». E il ministro confida che «il parlamento provveda a convertire il decreto legge nei tempi previsti, confermandone l’ispirazione di fondo ed i contenuti fondamentali. Auspichiamo, nello stesso tempo, che ci sia la volontà di assicurare un rapido iter al disegno di legge delega».


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