Industria, il ritorno della fabbrica
Sorpresa, l’economia riparte dalla fabbrica. Il fatturato dell’ industria manifatturiera torna a crescere dell’ 1,5% già alla fine di quest’anno, per poi accelerare nei quattro anni successivi, quando l’aumento dei ricavi potrebbe tenere il ritmo del 2%. Lo dice il «Rapporto dei settori industriali», l’analisi annuale di Intesa Sanpaolo e Prometeia. In termini assoluti, il quinquennio di moderata crescita permetterà di recuperare 80 miliardi di euro di fatturato sui 180 persi tra il 2007 e il 2013. Nel 2018 il fatturato dell’industria italiana sarà ancora dell’11% inferiore rispetto al 2007.
«La crisi degli ultimi anni ha ridotto le dimensioni del sistema industriale italiano che però si è rafforzato soprattutto in termini di livello qualitativo delle nostre produzioni», dice il capoeconomista di Intesa Gregorio De Felice, coordinatore del rapporto che parla di «riscossa» del manifatturiero. «Dopo anni in cui la fabbrica è stata vista come una reminiscenza del passato, la “old economy” rispetto alla “new economy” , e dopo la crisi, — osserva De Felice — si torna a pensare all’importanza delle capacità e delle competenze manifatturiere. Il futuro dell’economia europea non sarà basato sui servizi, come molti pensavano ma sulla manifattura». Segnali positivi sono stati rilevati ieri dall’Istat che ha segnalato ordinativi in aumento dell’1,3% a marzo per l’industria (fatturato +0,3% rispetto a febbraio e del 2,7% su base annua).
Secondo il rapporto, cresceranno di più i produttori di beni intermedi, come la metallurgia, i primi a ripartire nelle fasi di ripresa ciclica, e i settori della meccanica e dell’auto e motocicli, che beneficiano, dice la ricerca, della tonicità di molti mercati esteri e del rimbalzo atteso sul mercato interno, con un contributo domestico ai ricavi che torna a essere rilevante. In assestamento la farmaceutica, lenta anche la crescita dell’elettronica, condizionata dalle pressioni competitive. «La crisi ha ridotto le dimensioni del sistema industriale italiano che però si è rafforzato soprattutto in termini qualitativi — ha osservato ancora De Felice — L’Italia ha mantenuto la propria base produttiva, può e deve giocare un ruolo da protagonista nelle politiche europee verso l’industrial compact».
Alla presentazione del rapporto erano presenti, tra gli altri, il presidente di Prometeia Angelo Tantazzi e il presidente del consiglio di gestione di Intesa, Gian Maria Gros-Pietro. Quest’ultimo ha escluso riflessi negativi dell’inchiesta Ubi sul ruolo di Giovanni Bazoli come presidente della Sorveglianza di Intesa Sanpaolo. «Aspettiamo che tutto si chiarisca. Come ci si aspetterebbe da lui, Bazoli ha grande rispetto per la magistratura» ha detto Gros-Pietro .
Paola Pica
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