Inchiesta del governo venezuelano: cospirazione di estrema destra pagata dall’esterno

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Una cospi­ra­zione di estrema destra, finan­ziata da fuori, per met­tere le mani sulle risorse del paese. Que­sto, in sin­tesi, il risul­tato dell’inchiesta con­dotta dal governo vene­zue­lano e illu­strata dal mini­stro degli Interni, Miguel Rodri­guez Tor­res. Dalla prima set­ti­mana di feb­braio, il paese è scosso dalle pro­te­ste vio­lente. Una parte dell’opposizione vuole imporre con la forza “la salida”, l’uscita dal governo del pre­si­dente Nico­las Maduro. Finora i morti sono 41 e i feriti 785 (275 sono fun­zio­nari pub­blici, poli­ziotti e mili­tari). Restano in car­cere 197 per­sone, fra que­ste solo 14 sono stu­denti. La Fiscal gene­ral, Luisa Ortega Diaz ha detto di aver aperto 142 pro­ce­di­menti per sospetta vio­la­zione dei diritti umani, di aver for­ma­liz­zato 98 accuse per un totale di 294 per­sone: “Non pos­siamo per­met­tere che si ripe­tano fatti del genere come negli anni ’80-’90”, ha detto Ortega che in quel periodo era una nota atti­vi­sta per i diritti umani.

L’accusa di aver vio­lato i diritti umani viene soste­nuta dall’opposizione in tutte le sedi inter­na­zio­nali per chie­dere san­zioni oppure inter­venti mili­tari. L’8 mag­gio, la Com­mis­sione esteri del Senato Usa dedi­cherà una sezione al Vene­zuela inti­to­lata “Vio­la­zione dei diritti umani e molto di più”. Il cur­ri­cu­lum dei par­te­ci­panti non lascia molti dubbi sul tenore della deci­sione. Vi sarà la segre­ta­ria di Stato per l’Emisfero occi­den­tale, Roberta Jacob­son (che ha più volte espresso il suo appog­gio all’opposizione vene­zue­lana) e la rap­pre­sen­tante di Demo­cra­zia e diritti umani, Uzra Zeya. Inter­verrà anche Moi­ses Naim, ex mini­stro della IV Repub­blica e uomo delle grandi isti­tu­zioni inter­na­zio­nali, opi­nio­ni­sta di El Pais, e José Miguel Vivanco, diret­tore ese­cu­tivo per le Ame­ri­che di Human Rights Watch, anch’egli molto schie­rato sull’argomento.

Ieri si è fatta sen­tire anche la cubano-statunitense Ileana Ros-Lehtinen, repub­bli­cana: per smen­tire le accuse rivolte dal mini­stro Tor­res a suo marito Dex­ter Leh­ti­nen, accu­sato di essere uno dei finan­zia­tori dei piani desta­bi­liz­zanti con­tro Maduro, via Miami. “Se Maduro è pre­oc­cu­pato per l’influenza stra­niera, per­ché non espelle a tutti i mili­tari cubani e ai mem­bri dell’intelligence che aiu­tano il suo regime e i col­let­tivi a com­met­tere vio­la­zioni dei diritti umani con­tro il popolo del Vene­zuela?”, ha tuo­nato la pala­dina degli anticastristi.

Secondo il mini­stro Tor­res, i fal­chi del Pen­ta­gono e le estreme destre lati­noa­me­ri­cane (l’ex pre­si­dente mes­si­cano Vicente Fox e l’ex capo di stato colom­biano Alvaro Uribe) finan­ziano e sosten­gono i piani gol­pi­sti del “nuovo fasci­smo” vene­zue­lano: che si sostan­zia nei gruppi oltran­zi­sti che fanno capo a Maria Corina Machado, a Diego Arria o al par­tito Volun­tad Polu­lar di Leo­poldo Lopez (in car­cere). Per­so­naggi che “cer­cano di mostrare al mondo che in Vene­zuela si vio­lano costan­te­mente i diritti umani”. Al riguardo, il mini­stro si è rife­rito a un rap­porto scritto dalla diri­gente della destra Delsa Solor­zano, che prende di mira pre­sunti col­let­tivi armati che agi­reb­bero insieme allo stato. Un’operazione di discre­dito che conta sull’azione con­creta di gruppi nazi­sti come Juven­tud Activa Vene­zuela Unida (Javu), Movi­miento 13 e Ope­ra­cion Liber­tad, attivi sia nelle strade che nel fomen­tare rivolte in car­cere o cri­mi­na­lità. Il mini­stro ha detto che sono stati arre­stati 58 stra­nieri, impli­cati in azioni ter­ro­ri­sti­che, e ha for­nito i nomi di quelli che ven­gono rite­nuti gli anelli di con­giun­zione con l’estero: “Vogliono met­tere le mani sul petro­lio e sulle nostre risorse e impe­dire che si dif­fonda il socia­li­smo nel con­ti­nente”, ha detto il ministro.

Secondo i dati della Banca mon­diale, Vene­zuela e Uru­guay hanno supe­rato il Mes­sico quanto a benes­sere dei sin­goli cit­ta­dini. Gra­zie a una più equa redi­stri­bu­zione della ren­dita petro­li­fera effet­tuata in 15 anni di governo cha­vi­sta, il Vene­zuela ha il sala­rio più alto di tutta l’America latina e uno dei più alti al mondo: ma anche un’altissima infla­zione, ribatte l’opposizione. Ed è guerra di cifre, dopo l’aumento del 30% del sala­rio minimo e delle pen­sioni deciso per decreto da Maduro il 1 Maggio.

Ieri, Maduro ha rice­vuto la visita del neo­pre­si­dente del Sal­va­dor, l’ex guer­ri­gliero San­chez Ceren al quale ha pro­messo “tutto l’appoggio di Petro­ca­ribe e di tutti gli stru­menti che si sono creati nella rina­scita di que­sta nuova Ame­rica latina”.



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