by redazione | 9 Maggio 2014 7:47
MILANO — Arriva dal passato, ma i suoi interessi criminali sono nel presente e nel futuro prossimo venturo. È la «cupola» politico-affaristica crollata ieri con i 7 arresti di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano nella quale tornano come fantasmi nomi di protagonisti della «Mani pulite» di 22 anni fa che puntano agli appalti dell’Expo 2015 e che, oggi come allora, agiscono come fossero «l’interfaccia» tra gli imprenditori e la politica, maggioranza e opposizione.
Alle imprese gli appalti di Expo, degli ospedali lombardi e di aziende pubbliche nazionali; promozioni e carriera spedita ai funzionari pubblici ambiziosi disposti a favorire le aziende raccomandate; agli intermediari le mazzette degli imprenditori che così superano le verifiche delle gare ai danni dei concorrenti onesti accaparrandosi i contratti milionari dell’esposizione universale.
Mente dell’associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, alla corruzione e alla rivelazione del segreto d’ufficio, secondo il gup milanese Fabio Antezza che ha firmato i 7 arresti (eseguiti dalla Guardia di finanza di Milano), ma rigettandone altri 12, Gianstefano Frigerio, ex parlamentare Dc la cui condanna in Tangentopoli non gli ha impedito di collaborare fino a ora col Ppe a Bruxelles. Con lui in carcere anche Primo Greganti, altro reduce dalle condanne di «Mani pulite», ma per il versante tangenti rosse, e Luigi Grillo, ex parlamentare Fi. Ciascuno copriva il proprio settore politico, anche se le indagini non hanno portato a passaggi di denaro verso i piani più alti dei gruppi di riferimento. «Non c’è nessun politico nazionale indagato» precisa il Procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati in una conferenza stampa cui partecipano il capo della Dda Ilda Boccassini e i sostituti che hanno seguito l’indagine, Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio.
Partita da una costola dell’operazione «Infinito» sulla ‘ndrangheta in Lombardia, nel 2012 l’inchiesta approda ai primi sospetti di tangenti. Da allora D’Alessio, che fa parte del dipartimento dell’aggiunto Alfredo Robledo, entra al fianco di Gittardi, che è della Dda, rimarca Ilda Boccassini. Non è un caso che lo faccia: questa inchiesta è entrata in rotta di collisione con quella diretta da Robledo sulle consulenze di Infrastrutture Lombarde che portò in manette Antonio Rognoni, allora direttore dell’ente, messo da ieri ai domiciliari anche per la nuova indagine. Nel suo esposto al Csm Robledo sosteneva che c’erano state irregolarità nell’assegnazione del nuovo fascicolo, sul quale la sua firma non c’è. Come non c’è Robledo alla conferenza stampa, non è stato invitato. «Non ha condiviso l’impostazione e non ha vistato la richiesta di custodia su spunti che il gip ha invece approvato», sottolinea Bruti, il quale al Csm ha detto che le procedure erano state corrette.
Aveva anche una sede «sociale» l’associazione, quella del Centro Tommaso Moro di via Doria a Milano che fa riferimento a Frigerio. Lì e in ristoranti di Milano e Roma si svolgevano gli incontri con gli imprenditori e i funzionari pubblici in un viavai di direttori di Asl e politici. Come il costruttore Enrico Maltauro, altro nome passato per «Mani pulite» ora in cella, che versava 30/40 mila euro al mese al Centro, o Sergio Cattozzo, ex segretario Udc della Liguria, pure lui in carcere, o ancora Angelo Paris, direttore di divisione responsabile dell’ufficio contratti di Expo, anche lui arrestato. Quella di Paris è una figura-chiave che «emerge negli ultimi mesi, dando un’accelerazione all’indagine», spiega Bruti, voluta «per permettere alla struttura dell’Expo di ripartire e procedere negli appalti» dopo gli arresti, aggiunge Gittardi il quale, per sgomberare il campo, afferma: «Nessun coinvolgimento del commissario Sala». Già a metà 2013 la prima gara di Expo era finita alla Maltauro grazie alle informazioni di Paris.
La sanità lombarda era l’altro grande obiettivo dell’associazione che voleva «condizionare 350 milioni di commesse per la città della salute di Milano» anche attraverso contatti politici. Bruti, però, invita a non confondere «quelli illeciti con le relazioni pubbliche», come sono i riferimenti che compaiono ai nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta.
Giuseppe Guastella
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Gianstefano Frigerio
Ex segretario della Dc lombarda poi in Forza Italia, 74 anni
Primo Greganti
Ex funzionario del Pci e del Pds, 70 anni. Noto come «il compagno G» ai tempi di Mani Pulite
Angelo Paris
Direttore di divisione responsabile dell’ufficio contratti di Expo 2015, 48 anni
Luigi Grillo
È stato parlamentare di Forza Italia e sottosegretario al Bilancio, 71 anni
Antonio Rognoni
Ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, 53 anni
Enrico Maltauro
Imprenditore vicentino, 58 anni, titolare dell’omonima impresa di costruzioni
Sergio Cattozzo
Intermediario genovese già segretario regionale ligure dell’Udc, 67 anni
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