Europee, il premier blinda il governo

by redazione | 21 Maggio 2014 9:34

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BARI — Qualcuno dice sei punti, altri soltanto due, il distacco fra Renzi e Grillo si accorcia e si allunga a seconda dei sondaggi, ma lui fa spallucce, «la sondaggite non mi piace, sono sicuro che vinceremo», e poi comunque «non c’è mai stato, in nessuno Paese europeo, un collegamento fra elezioni europee e futuro del governo».
Renzi è un flipper, si sposta da Milano a Bergamo, da uno studio tv all’altro, da La7 a Mediaset, conclude la sua giornata in Puglia, prima di Bari fa tappa a Modugno e a Monopoli, poi alle sette e trenta è in piazza, a fianco del teatro Petruzzelli, eppure si porta dietro uno spettro, la rincorsa di Grillo: fa anche un paragone con Hollande, «i socialisti francesi saranno al terzo o al quarto posto ma nessuno pensa che in Francia cadrà il governo».
Nella categoria dei messaggi nuovi, ad effetto, ritorna il fisco, la futura riforma del governo: non dice come Grillo che vuole abolire Equitalia, ma per tutto il giorno si rincorrono anticipazioni dei contenuti della delega fiscale, complici gli indizi che lui stesso comunica. La dichiarazione dei redditi potrebbe arrivare a casa, precompilata, ha già detto, ora aggiunge che in teoria «anche con un sms» si potrebbe concludere il rapporto con il fisco. Di sicuro «non dico che bisogna pagare con un sorriso, ma con maggiore semplicità sì». Fra le novità possibili, confermano nel governo, un’Agenzia unica del fisco, che ingloberebbe alcune funzioni della Guardia di finanza nell’Agenzia delle entrate. Agenzia che venerdì potrebbe avere un nuovo direttore, al posto di Attilio Befera, forse il magistrato Francesco Greco, della Procura di Milano.
Sul resto si vedrà dopo le elezioni, così come per le riforme: «Il 26 maggio vedremo se Berlusconi mantiene le promesse», aggiunge Renzi, anche perché «domenica non si gioca un derby fra Milan e Inter, ma solo fra chi prova a cambiare le cose e chi pensa che sia meglio evocare terrore». Insomma la speranza è che il Cavaliere non faccia come Grillo, che alla fine non si sfili dal processo riformatore.
La caccia agli ultimi voti è come sempre una caccia agli indecisi: la scommessa di Renzi è ridurre la quota di astensione, ai suoi dice che gli indecisi sono soprattutto elettori del centrodestra, ed è bene che il Pd «si tolga un po’ di puzza sotto il naso e li vada a recuperare uno per uno». Lui ci sta provando, da Bergamo a Bari, da Milano a Palermo, dove potrebbe tornare prima di domenica, cercando di evitare che la campagna elettorale diventi soltanto «un ping pong di insulti e di slogan». Magari sterili, come nel caso delle minacce di Grillo dirette al Colle: «Se Grillo va sotto il terrazzo di Napolitano, gli andrà a fare una serenata, perché altro non può fare».
Il ragionamento sui voti del centrodestra lo fa a Bergamo, dove sostiene la candidatura di Giorgio Gori: quando «dicevo che andavo a cercare i voti nel centrodestra, mi prendevano in giro, ma se tengo solo i miei voti perdo le elezioni. Io voglio vincere le elezioni». Nel pomeriggio, a Monopoli, negli stabilimenti dell’azienda Blackshape, fa un test di altro tipo, entrando nell’abitacolo di un aereo ultraleggero da turismo, in fibra di carbonio, utilizzato per l’addestramento nelle scuole militari.
A Modugno, nella zona industriale di Bari, partecipa invece a una conferenza stampa dell’azienda farmaceutica Merck Serono, che ha annunciato un investimento di 50 milioni di euro nello stabilimento pugliese. È motivo di soddisfazione, «vorrei abituarmi a pensare che l’investimento tedesco non sia un investimento straniero in Italia, né che un investimento italiano sia straniero in Germania».
Marco Galluzzo

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