Effetto Tsipras a sinistra “Noi l’alternativa contro i nuovi fascisti”

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«Quattro per cento vuol dire che il discorso molto europeo, e molto critico-europeo di questa lista, ha avuto successo ». Barbara Spinelli, l’intellettuale capolista de “L’altra Europa con Tsipras”, non nasconde la propria soddisfazione. «Se gli exit poll saranno confermati — aggiunge — vuol dire che l’Europa sta messa molto male. Del resto, lo stesso Draghi, avendo detto a urne ancora aperte che l’Ue ha bisogno di risposte, ha ammesso che la malattia è grave». Ottimista anche Nichi Vendola. «Bisogna essere sempre prudenti sui primi exit poll — ha commentato a caldo, appena arrivato a Roma presso la sede di Sel — ma se si confermasse questo dato di superamento della soglia, dimostrerebbe che la scelta della lista Tsipras è stata giusta». «Ci sono luci di speranza come il successo di Tsipras in Grecia — ha aggiunto il leader di Sel — ma c’è l’ombra pesante (che avanza nel Continente) dell’antieuropeismo frutto avvelenato delle politiche fallimentari delle larghe intese, dell’austerity. E della complicità tra partiti socialisti e centrodestra, in Grecia con il crollo del Pasok. E in Francia con la frana del Psf».
Barbara Spinelli — che conferma, in caso di elezioni, le sue dimissioni — pensa che «ora i toni alti che hanno infiammato la campagna elettorale scenderanno. Un eventuale sorpasso di Grillo avrebbe accentuato molto la richiesta di un cambiamento politico forte. Con questo successo del Pd, credo che non ci sarà».
Ma come è vissuto, dalla sinistra radicale europea in Italia, il successo della sinistra riformista del Pd di Renzi? Per Spinelli «non è certo un successo delle politiche governative italiane come sono state fatte fin qui, perché sono fortemente contestate sia a destra che a sinistra. Penso che Renzi dovrà tenerne conto. Per il momento — conclude — viviamo il nostro risultato come la vittoria di una lista che era partita con pochissimi mezzi e scarsissima copertura mediatica. Forte solo delle critiche all’Europa, che si sono rivelate vincenti». Per Sel, «l’affermazione in Grecia è un risultato straordinario, la conferma che dove la sinistra ha fatto fino fondo il proprio mestiere, a fronte delle politiche di austerità, il risultato arriva forte».
Luca Casarini, figura storica della sinistra movimentista, anch’egli in lista, è soddisfatto per aver superato la soglia. «Ci ho sempre creduto — confessa — anche se mantengo la sorpresa per questo sbarramento del 4 per cento. È assurdo averlo messo per le elezioni al parlamento europeo che non sono direttamente collegate alla formazione del governo. Sembra evidente che si sia trattato di un meccanismo ingiusto per tentare di lasciare fuori la rappresentanza di centinaia di migliaia di persone». Per il no-global, disobbediente, ex “tuta bianca”, «è partito un processo di formazione costituente per una nuova sinistra europeista radicale in Europa. In Italia ho sentito l’entusiasmo degli ultimi giorni che ci ha evitato di essere schiacciati dall’informazione mainstream Grillo contro Renzi. Mi conforta molto ciò che sta accadendo alla sinistra radicale in giro per l’Euopa a partire dalla Grecia, è un buon auspicio, penso ci voglia un’alternativa europeista che cominci dal tema dell’alternativa, e che parta dai più deboli». Dopo l’attentato antisemita di Bruxelles, Casarini ricorda infine che «bisogna attrezzarsi per frenare l’ondata di neonazismo che circola per l’Europa proprio nella fase di recessione, la stessa congiuntura economica negativa che favorì l’ascesa del partito di Hitler».



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