Dalla Cina al Senato, la rete del compagno Greganti

Dalla Cina al Senato, la rete del compagno Greganti

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«My friend!». L’ambasciatore Sun Yuxi strinse in fretta le mani di qualche onorevole e senatore Pd giunto all’hotel Ergife di Roma per l’annuale cena degli imprenditori cinesi in Italia, e si diresse verso il centro della sala ad abbracciare e baciare come fosse un vecchio amico l’ospite appena arrivato. «Chi è quello?» chiese un po’ interdetto uno della delegazione democratica. «Il compagno G» rispose gelido un parlamentare piemontese.
L’episodio risale alla primavera del 2009, e nel suo piccolo dimostra come la Cina non sia mai stata lontana per Primo Greganti. A leggere le intercettazioni dell’inchiesta che ha riportato ai disonori della cronaca l’uomo che non disse una parola sui conti del Pci emerge il suo ruolo di informatore sul padiglione Cina di Expo 2015, molto sollecitato da un dirigente della cooperativa ravennate Cmc, un colosso dell’edilizia nostrana. Greganti aveva pieno titolo per farlo. Si presentava spesso come dirigente del gruppo Seinco, società torinese di costruzioni, che può vantare «costruzioni di grandi opere» in Cina.
La sua attività di mediazione però non veniva certo fatta a titolo gratuito. Greganti aveva un forte interesse personale a chiudere gli affari per la Cmc, l’azienda che si vantava di aver portato a Shanghai, ma «trent’anni fa», come dice nelle intercettazioni. E la politica non è certo estranea a questa personale partita di giro. Nel biennio 2012-2013 le sue visite a Camera e Senato furono frequenti. Un Greganti bisognoso di aiuto economico si presentò più volte dai suoi colleghi del Pd chiedendo una mano e un contatto con Cmc. Si fece risentire mesi dopo. Aveva ottenuto un contratto di consulenza da diecimila euro una tantum, con la provvigione dell’un per cento sui lavori che sarebbe riuscito a portare in dote al gruppo romagnolo. E spulciando le principali società per le quali ha lavorato la «sua» Seinco abbondano i collegamenti con il mondo cooperativo.
Anche Torino non dista molto. Greganti era uno dei ragazzi di via Chiesa della Salute, la storica sede del Pci. Nel ‘91 lo chiamarono a Roma per replicare su larga scala i successi ottenuti con la raccolta pubblicitaria per le feste dell’Unità locali. Ci ritornò dopo Tangentopoli. Nel 2012 si iscrisse alla sezione Pd di Borgo San Donato. Gli ultimi avvistamenti ufficiali risalgono allo scorso 29 marzo al teatro Carignano, durante una manifestazione per Sergio Chiamparino, candidato Pd alle regionali, e al corteo del Primo Maggio.
I tentativi di aggiornare l’agenda passavano inevitabilmente dalla sua città. Ma in questi giorni Greganti non risulta a nessuno. Eppure tutti sanno dei suoi problemi di salute, delle sue difficoltà economiche e del recente acquisto di quote di una società che produce fabbricati in legno, come quelli che dovrebbero accogliere le case delle varie nazioni nei padiglioni dell’Expo. La reticenza si spiega anche con una lotta interna al Pd locale, dove ha un certo peso quella che i rivali chiamano la «corrente autostradale». Nelle carte della Procura di Milano è descritto il suo tentativo di avvicinare il parlamentare europeo Gianni Pittella, all’epoca candidato alle primarie vinte da Matteo Renzi. A propiziare l’incontro fu Gioacchino Cuntrò, ex segretario provinciale Pd, ex socialista di sinistra, attuale tesoriere della Federazione locale, ma soprattutto consigliere di amministrazione della Musinet engineering, società del gruppo Sitaf che gestisce l’autostrada del Frejus, partecipata al 36 per cento dalla famiglia Gavio, la famiglia di costruttori piemontesi che ebbe la sorte di condividere con Greganti i processi di Tangentopoli.
Cuntrò racconta che negli ultimi tempi lo incontrava spesso al parcheggio vicino al Comune. «Chiacchiere politiche, come militante voleva che il Pd tornasse più vicino alla gente. Nient’altro». La vicinanza con il municipio, non solo per questioni automobilistiche, chiama in causa Giancarlo Quagliotti, classe 1942, ex funzionario Pci, area migliorista, che di Musinet è presidente, nonché membro della nuova segreteria regionale ed eminenza grigia della campagna elettorale di Fassino a sindaco di Torino. La Procura di Milano lo cita come uno dei contatti di Greganti, del quale è molto amico. Nel 1993 vennero indagati e processati insieme per finanziamento illecito, sei mesi a testa per l’appalto di un depuratore. Il Pd autostradale si ferma al casello dell’attuale presidente di Sitalfa, una controllata Sitaf. Salvatore Gallo, ex socialista, è considerato il signore delle tessere democratiche, con tanto di figlio candidato alle Regionali nelle liste Pd, sponsorizzato proprio da Quagliotti. Vecchie storie e nuovi imbarazzi. A volte ritornano, come Greganti.
Marco Imarisio


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