Carlyle, Blac­kRock e altre meteore

by redazione | 9 Maggio 2014 9:26

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Ogni tre anni si pre­senta nel nostro qua­dro eco­no­mico un peri­colo for­mi­da­bile… Sarà suf­fi­ciente farne i nomi per ridurne la forza ter­ri­fi­cante come si faceva nei mondi anti­chi per rab­bo­nire divi­nità impla­ca­bili? Par di scher­zare, ma qual­cuno pensa – soprat­tutto tra le per­sone che coman­dano – che evo­carne i nomi serva per far­seli amici, per esor­ciz­zarne le con­se­guenze male­fi­che. Di fatto, in uno stesso momento, con un solo arti­colo di gior­nale, un’unica inter­vi­sta, tutti noi, angu­stiati, spa­ven­tati, veniamo a cono­scenza di un nuovo idolo da ono­rare, di un altro essere dia­bo­lico, di solito made in Usa, che prima non cono­sce­vamo ancora.

Dieci anni fa il peri­colo si chia­mava Car­lyle. Chi si ricorda ancora di quell’idolo «falso e men­zo­gnero»? Domi­nava allora il Trian­golo di ferro, un’alleanza stretta tra potere militare-industriale, governo ame­ri­cano dei Bush e dei Dick Che­ney, finanza sfre­nata. In Ita­lia aveva alleati di tutto rispetto, signori e figli di signori che spie­ga­vano essere quella la reli­gione da seguire per non essere con­dan­nati alla per­dita dell’interesse, alla spe­cu­la­zione nega­tiva.

Qual­che anno dopo, nel 2008, al vero sca­te­narsi della finanza ultra ter­rena capace di pren­dersi tutto e il con­tra­rio di tutto, basta Car­lyle; il genio del tempo prese il nome di Gold­man Sachs: era il male asso­luto, capace di fare un solo boc­cone dei gigan­te­schi fra­telli Leh­man, ban­chieri assai temuti ma con i piedi d’argilla. Ecco Gold­man, fab­brica e cro­giolo di tutti i mali e di tutte le paure; dal canto suo aveva con­ta­mi­nato le buone isti­tu­zioni ita­liane e i per­so­naggi più rac­co­man­da­bili dell’epoca: Mini­stri, Gover­na­tori, Padri-della-patria gli ave­vano sven­duto l’anima; e non solo in Ita­lia.

Ai giorni nostri, finita anche la fase Gold­man, dopo soli pochi anni, la nuova entità da ado­rare è un’altra: Blac­kRock. Il titolo di spau­rac­chio dell’anno, o del decen­nio, è vinto in modo stre­pi­toso da que­sto Fondo fon­dante, forte al punto di affon­dare chi non si ade­gua. Blac­kRock, il primo azio­ni­sta o meglio lo zar dell’intera borsa italiana.

Tor­niamo bre­ve­mente sul caso di Car­lyle; l’appoggio ita­liano, il con­senso ammi­rato, le firme impor­tanti di gio­vani figli di magna­nimi lombi. Il potere immo­bi­liare, rare­fatto e nobile, per Car­lyle, poi offu­scato dagli epi­goni, i fur­betti del quar­tie­rino. In ogni caso la bolla immo­bi­liare diventa, nei primi anni del nuovo mil­len­nio la via mae­stra per far soldi facili e tanti alle spese di qual­cun altro: del bene pub­blico soprat­tutto. Si tratta di valo­riz­zare la ric­chezza immo­bi­liare i tutte le sue forme: immo­bili usati e nuovi per abi­ta­zione, ser­vizi, atti­vità indu­striali; sfrut­ta­mento per posi­zione, pae­sag­gio, pregi arti­stici e sto­rici; inve­sti­menti pub­blici nei tra­sporti e nei ser­vizi di rete. «Datevi da fare, arric­chi­tevi» è il motto del governo che con una serie di dispo­si­zioni con­sente a tutti di costruire, di allar­gare, di salire, di sfon­dare. Il quar­tie­rino dei fur­betti ha ormai rag­giunto i con­fini nazio­nali, ma nel frat­tempo rad­dop­pia gli spazi e i volumi d’Italia. L’Italia final­mente si è allar­gata; e guai a chi nega le coste sarde alla spe­cu­la­zione.

Gold­man Sachs è il distil­lato del potere ban­ca­rio, con tutti i suoi riti miste­riosi e i suoi affa­sci­nanti deri­vati. Le ban­che impa­rano da Gold­man e dai suoi simili a disfarsi di cre­diti dif­fi­cili. Non solo, ma si apprende come divi­derli, poi li si incarta abil­mente e li si rivende, molte volte, sem­pre gli stessi pac­chet­tini di cre­diti rite­nuti peri­co­losi, a gruppi e comu­nità, a per­sone sin­gole e fami­glie, tutti avidi e scri­te­riati, tutti igno­ranti e boriosi, tutti con­vinti di avere rag­giunto la cono­scenza alche­mica, la pie­tra filo­so­fale che inse­gna a mol­ti­pli­care il denaro ser­ven­dosi della cre­du­lità dei gonzi, siano essi ban­chieri o indu­striali o pub­blici ammi­ni­stra­tori. L’idea base è che cia­scuno si sente di far parte della reli­gione degli Illu­mi­nati e quindi in pieno diritto di agire e di truf­fare. Come si è visto, anche truf­fare è un’arte da impa­rare, con dedi­zione e impe­gno. Non sem­pre è facile ven­dere la Fon­tana di Trevi al primo che passa.

Blac­kRock (BR) è il nuovo che avanza. Si tratta di un impor­tante Fondo d’investimento che ha pun­tato molto denaro sul mer­cato bor­si­stico ita­liano. I titoli di società in por­ta­fo­glio di BR val­gono secondo i conti di mag­gio almeno 125 miliardi di euro, men­tre l’intero listino vale dieci volte tanto o giù di lì. Le azioni di BR sono di quelle che non si con­tano ma si pesano. Gran parte degli inve­sti­tori s’ispirano alle scelte di BR, con­si­de­rato un socio, esi­stente o poten­ziale, di straor­di­na­rio rilievo, capace di valo­riz­zare o al con­tra­rio far pre­ci­pi­tare il titolo, sem­pli­ce­mente lasciando tra­pe­lare quello che potrebbe fare in un pros­simo futuro. Anche gli altri titoli sono coin­volti. BR guida la borsa intera, le pro­spet­tive degli inve­sti­menti; quelli che ha fatto e anche gli altri costretti a chie­dersi: «per­ché no?» La sua intel­li­genza delle cose è stu­diata e copiata; si deter­mi­nano nuove mode, ten­denze, esclu­sioni; tutto que­sto signi­fica suc­cesso o insuc­cesso, pro­spet­tive di cre­scita, infine cen­ti­naia di assun­zioni o di licen­zia­menti. Il governo si appas­siona ai casi della Borsa e dice la sua, ade­guan­dosi: le scelte di BR fanno testo.
Come è ovvio, nep­pure BR è il Van­gelo. Tra mesi o anni si sco­prirà come non averne paura e poco dopo cre­scerà un’altra moda, un nuovo genio del male o della for­tuna, da temere o da vene­rare. Anche BR sarà dimen­ti­cato, pur con­ti­nuando a pro­spe­rare, alle nostre spese, accanto ai fra­telli mag­giori, pro­spe­rosi, Car­lyle e Gold­man Sachs.

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