Cable del 2008 svelato da Wikileaks: «Se la Nato si allarga, a Kiev guerra civile»
Wikileaks ha rilasciato un cable del primo febbraio 2008, nel quale l’allora ambasciatore americano a Mosca, rende note le opinioni di esperti e di Lavrov, il ministro degli esteri russo, circa la possibilità di un allargamento della Nato a est e in particolare un’eventuale adesione dell’Ucraina. Gli esperti e Lavrov appaiono chiari — siamo nel 2008 — al riguardo: l’ipotesi di un coinvolgimento ucraino nell’Alleanza, scrive l’ambasciatore Usa, «potrebbe portare a una vera e propria guerra civile in Ucraina». Come puntualmente avvenuto, quest’anno.
Come molti altri cable rilasciati da Wikileaks, non è tanto la novità degli argomenti ad essere rilevante, per lo più si tratta di aspetti già usciti nel corso del tempo, grazie a itnerviste, analisi, reportage. Quello che assume primaria rilevanza è invece la conferma di alcuni fatti, che abbiamo la fortuna di poter esaminare a posteriori, una volta accaduti. Oggi siamo di fronte a un vero e proprio conflitto civile in Ucraina, nato a seguito di un feroce scontro a Kiev tra le forze contro Yanukovich e la polizia.
L’ex presidente è stato destituito, il governo ad interim di Majdan è stato acclamato dalla folla in piazza, vittoriosa grazie alla manolanza dell’estrema destra, dopo che l’originaria piazza — più composita — è stata «conquistata» dai paramilitari di Settore Destro. All’interno di questo primo scontro, che sarebbe poi tracimato nell’annessione russa della Crimea e all’attuale stato di conflitto tra Kiev e le regioni orientali, fin da subito è apparso chiaro il coinvolgimento degli Stati uniti e della Nato. La prima indiscrezione si ebbe a seguito della telefonata con cui Victoria Nuland insultava l’Unione europea («fuck the Eu») ed evidenziava l’impegno statunitense affinché Yatseniuk potesse diventare il nuovo primo ministro ucraino.
Arseni Yatseniuk, considerato «l’uomo americano», poteva essere disponibile al prestito del Fondo monetario e ad un lieve e costante avanzamento della Nato ad est. Poter esaminare tutto quanto ha portato a questa situazione, attraverso la lettura, odierna, di conversazioni e analisi del 2008, permette di dare una linearità a tanti eventi accaduti negli ultimi due mesi.
E non si tratta neanche degli unici cable che hanno a che vedere con l’Ucraina, la Nato e la Russia. Nel marzo scorso, alcuni leaks avevano anche consegnato la possibilità di interpretare l’annessione della Crimea alla Russia, a seguito di una costante sensazione di «accerchiamento» aumentata negli anni, da parte di Mosca nei confronti della Nato.
Partiamo dall’ultimo cable rilasciato ieri da Wikileaks . L’ambasciatore americano a Mosca, William J. Burns, inizia il cable scrivendo che «a seguito di una blanda reazione alla prima richiesta dell’Ucraina di avviare il processo il Membership Action Plan della Nato al vertice di Bucarest, il ministro degli Esteri Lavrov e altri alti funzionari hanno sottolineato una forte opposizione, sottolineando che la Russia interpreterebbe un’ulteriore espansione verso est della Nato come una potenziale minaccia militare. L’allargamento della Nato, in particolare per l’Ucraina, resta un problema emotivo e nevralgico per la Russia».
Quali elementi possiamo prendere in considerazione? Innanzittutto che negli ambienti diplomatici Usa già nel 2008 si valuta l’idea, su richiesta ucraina, di avviare la cosiddetta Map, ovvero il Member Action Program, definito sul sito della Nato, «un programma dell’Alleanza di consulenza, assistenza e sostegno pratico su misura per le esigenze specifiche dei paesi che desiderano aderire all’Alleanza». Nel cable l’ambasciatore americano sottolinea come queste «pratiche» rischino di portare il paese nel caos, a causa del sentimento anti Nato, da parte di gran parte della popolazione filorussa.
«La Russia — scrive Burns –è fortemente preoccupata che le spaccature in Ucraina circa il sentimento nei conronti della Nato possano portare a violenze, o peggio a una guerra civile». A questo si aggiunge il giudizio del ministro degli esteri di Mosca, sull’opera di allargamento della Nato a est. «Lavrov ha sottolineato che che alcuni paesi, sotto l’ombrello della Nato, rischiano di riscrivere la storia e glorificare i fascisti».
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