by redazione | 21 Maggio 2014 10:27
ROMA — C’è un buco da 15 milioni di euro nei conti dello Ior. Soldi che sarebbero stati utilizzati dal cardinale Tarcisio Bertone, quando era segretario di Stato vaticano, per finanziare un affare del suo amico Ettore Bernabei, giornalista e produttore televisivo presidente della «Lux Vide». Per questo l’alto prelato è accusato di malversazione. L’operazione, effettuata attraverso società e conti correnti esteri, riguarda proprio l’acquisto di quote della Lux ed è stata ricostruita dall’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria vaticana. L’indagine si intreccia con quella avviata dalla Procura di Roma sulla gestione dei depositi dell’Istituto delle Opere Religiose e si concentra su quanto accaduto nel dicembre 2012.
La Lux Vide è una società quotata almeno 80 milioni di euro, ritenuta strategica da chi si occupa di tv, visto che ogni anno viene finanziata dalla Rai con oltre 30 milioni di euro per la produzione di fiction. La proprietà è di vari soci tra i quali figurano la «Rml comunicazione» della famiglia Bernabei, la «Prima Tv» dell’imprenditore tunisino Tarak Ben Ammar, Intesa Sanpaolo, la «Impresat» che fa capo alla Cei e la «Ricerche e Consulenze Az» del banchiere Pellegrino Capaldo. Due anni fa la Rml decide di aumentare la propria partecipazione e chiede un finanziamento proprio allo Ior. Parte così una complessa operazione che ha come perno la «Movie Invest Ltd» società britannica che in realtà fa capo proprio ai Bernabei. L’azienda emette obbligazioni per 15 milioni di euro che vengono acquistate dalla «Futura», società che invece è di diritto maltese. Ed è proprio quest’ultima a diventare anello di congiunzione con lo Ior visto che proprio alla Banca vaticana cede le obbligazioni. I soldi non tornano però nelle casse e dopo l’esame dei bilanci l’Aif avvia l’indagine interna.
Ieri, dopo il lancio della notizia del suo coinvolgimento da parte del giornale tedesco Bild , Bertone ha emesso una nota per assicurare come «la convenzione dello Ior con la società Lux Vide è stata discussa e approvata dalla commissione cardinalizia di vigilanza e dal consiglio di sovrintendenza nella riunione del 4 dicembre 2013, come dimostra il verbale relativo» e padre Lombardi esclude che si tratti di «un’azione penale». In realtà il retroscena di quanto accaduto lo hanno svelato proprio le indagini della Procura di Roma, affidate al Nucleo Valutario guidato dal generale Giuseppe Bottillo, sul ruolo dell’ex presidente Ettore Gotti Tedeschi. Le intercettazioni e le mail sequestrate avevano fatto emergere la volontà dell’allora direttore di Rai Vaticano Marco Simeon di far comprare allo Ior il 25 per cento della Lux Vide per 20 milioni. In una mail spedita a Gotti scriveva: «Credo fermamente nel progetto Lux Vide (…). Ho incontrato il presidente Geronzi col quale ho analizzato alcune strategie che qui ti trasmetto, affinché tu possa rivolgerle al cardinale (Bertone, ndr )…». Lo scambio di lettere va avanti per giorni e alla fine Gotti manifesta la propria contrarietà proprio nel memoriale spedito a Bertone: «Il valore richiesto non è frutto di vere valutazioni di mercato, il valore sarebbe molto più basso».
Fiorenza Sarzanini
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