« Tre banche manipolavano i tassi sull’euro »

by redazione | 21 Maggio 2014 10:45

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BRUXELLES — Cresce il sospetto che grandi banche d’affari abbiano organizzato un «cartello» sommerso per condizionare il multimiliardario mercato dei derivati collegati ai tassi d’interesse sull’euro, in modo da poter incassare colossali guadagni speculativi spesso a danno di governi e altre amministrazioni pubbliche. La Commissione europea ha infatti esteso a Hsbc, JP Morgan e Crédit Agricole la sua indagine sulle presunte violazioni della normativa Antitrust, che nel 2013 ha già portato Barclays, Deutsche Bank, Rbs e Société Générale ad ammettere e a collaborare in cambio di una riduzione nella multa miliardaria.
Il commissario Ue per gli Affari economici, lo spagnolo Joaquin Almunia, ha annunciato di attendere ora le repliche delle tre banche alle contestazioni di aver agito per condizionare i valori di derivati sui tassi d’interesse sull’euro. Almunia ha aggiunto che JP Morgan, Hsbc e Crédit Agricole «in nessun caso riceveranno riduzioni delle multe se saranno alla fine sanzionate» perché non hanno ammesso comportamenti scorretti o accettato di collaborare.
La Commissione europea può così imporre sanzioni fino al 10% del fatturato di queste multinazionali della finanza, se le accuse dell’Antitrust Ue saranno dimostrate. Hsbc e JP Morgan hanno fatto sapere di essere pronte a difendersi, mentre al Crédit Agricole starebbero ancora valutando nel merito le contestazioni di Bruxelles.
Il commissario spagnolo ha anticipato l’imminente sviluppo di un’altra indagine in corso sulla multinazionale Icap, che è considerata il principale broker mondiale dei venditori del settore e in grado di influenzare le quotazioni con la sua mega operatività finanziaria. «Nei prossimi giorni o settimane probabilmente emetteremo una nuova contestazione formale contro il broker». L’Antitrust Ue sta inoltre sviluppando una inchiesta sui cambi delle valute, scandagliando quello che è considerato il più grande mercato finanziario del mondo. Almunia ha precisato che «abbiamo ricevuto molte informazioni, ma al momento non siamo al punto di poter annunciare sviluppi di questo caso».
L’azione sui derivati è particolarmente significativa perché riporta agli onerosi contratti sottoscritti da governi e altre amministrazioni pubbliche per assicurarsi dalle variazioni dei tassi d’interessi sui loro debiti. Spesso questi trasferimenti del rischio si sono rivelati vantaggiosi solo per le banche d’affari private che li avevano proposti. Ne sono già scaturiti contenziosi legali a vari livelli. Ma, se emergesse un «cartello» globale delle banche d’affari in grado di condizionare i prezzi e i tassi di riferimento, potrebbero scaturirne perfino conseguenze politiche per i governi e per gli alti funzionari dello Stato responsabili del ricorso a derivati costati miliardi dei contribuenti.
Ivo Caizzi

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