Più autonomi e partite Iva, ma dichiarano meno reddito
ROMA — Ammonta a 100 miliardi nel 2012 il reddito totale dichiarato dai titolari di attività d’impresa o di lavoro autonomo soggetti agli «studi di settore». Si tratta di circa 3,7 milioni di contribuenti (il 65% persone fisiche), in aumento rispetto all’anno precedente del 6,3%, che però hanno dichiarato un reddito complessivo in diminuzione del 5,8% in confronto al 2011. Secondo il ministero dell’Economia, che ieri ha diffuso i dati, il calo è «ascrivibile alla forte contrazione dell’economia» registrata nell’anno considerato (Pil -2,4%). Intanto emerge che la minisanatoria delle cartelle esattoriali, cioè la possibilità di pagare in un’unica soluzione, senza interessi, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati entro il 31 ottobre 2013 a Equitalia, ha fruttato finora un incasso di 600 milioni. Ma c’è tempo fino al 3 giugno per aderire.
Il reddito medio dichiarato dai contribuenti soggetti agli «studi di settore» nel 2012 è risultato pari a 25.700 euro per le persone fisiche (-8,1% rispetto al 2011), 35.900 euro per le società di persone (-6,4%) e 23.600 euro per le società di capitali ed enti, che registrano un notevole calo rispetto all’anno precedente (-26,3%). Con riguardo all’attività esercitata, il reddito medio più elevato, analogamente allo scorso anno, si è registrato nel settore delle attività professionali (43.400 euro) seguito da quello della manifattura (27.200 euro) e dai servizi (24.100 euro), mentre il reddito medio più basso si è rilevato nel commercio (17.200 euro).
Il reddito medio dei soggetti che sono risultati «congrui» rispetto agli «studi di settore» è stato pari a 40.700 euro, quello dei «non congrui», escludendo i soggetti di minori dimensioni, è equivalso a una perdita media di 10.700 euro.
Scendendo nel merito delle categorie, il reddito medio annuo più elevato, tra quelli dichiarati, appartiene agli studi notarili (233.300 euro), seguiti da farmacie (90.200), studi medici (64.900), commercialisti (58.500), pompe funebri (55.500) e studi legali (49.600). Tra i 30 mila e i 20 mila euro si collocano sondaggisti, panettieri, meccanici, pubblicitari. Stanno tra i 20 mila euro e i 10 mila euro pasticceri, stabilimenti balneari, bar e gelaterie, ditte di costruzioni, tassisti, negozi alimentari e di abbigliamento e anche gioiellieri (16.100). Sotto i 10 mila ritroviamo sarti, calzolai e lavanderie. Dichiarano in media 100 euro di reddito le discoteche. Risultano in perdita per 4.700 euro centri benessere e stabilimenti termali, come commercianti di imbarcazioni (-3 mila) e di moto (-1.200).
Il Mef ha anche arricchito i dati statistici delle dichiarazioni Irpef delle persone fisiche, pubblicati a 26 marzo, con la classificazione dei contribuenti in base al reddito prevalente, mettendo inoltre a confronto le dichiarazioni fiscali dei dipendenti con quelle dei propri datori di lavoro. Risultato: l’82,7% dei 41,4 milioni di contribuenti detiene prevalentemente un reddito da lavoro dipendente o da pensione (- 93 mila sull’anno precedente) e solo il 6,1% ha un reddito derivante dall’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo (+140 mila), un andamento in linea con l’anno precedente.
Il 78% dei dipendenti ha prestato lavoro presso lo stesso datore di lavoro nell’arco dell’anno, mentre il restante 22% ne ha avuti due o più. Il reddito medio più elevato si registra per gli occupati nell’industria (25.066 euro), i più bassi nelle costruzioni (17.966 euro) e nell’agricoltura (8.389).
Il confronto tra il reddito dichiarato dai lavoratori dipendenti e quello dei corrispondenti datori di lavoro fa registrare per i datori di lavoro-persone fisiche un reddito medio pari a 31.303 euro, pari a circa il triplo del reddito medio dei propri dipendenti. Nel dettaglio, i datori di lavoro persone fisiche di industria, costruzioni e commercio dichiarano circa il doppio dei propri dipendenti, mentre quelli che operano nelle attività professionali dichiarano quasi cinque volte il reddito dei propri addetti.
Infine le dichiarazioni Iva: i contribuenti che l’hanno presentata sull’anno 2012 sono stati circa 5,4 milioni (+6,1%). Il volume d’affari complessivo dichiarato (pari a 3.157 miliardi di euro) è sceso del 2,6% per la fase economica negativa.
Antonella Baccaro
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