Verona, maxi-multa a chi dà il cibo ai clochard in piazza

Verona, maxi-multa a chi dà il cibo ai clochard in piazza

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Basta bivacchi nel centro di Verona, e nessuno si azzardi più a portare cibo e bevande agli accampati: verrà punito con un’ammenda, proprio come capita a coloro che danno da mangiare ai piccioni. Le multe agli inadempienti vanno da un minimo di 25 euro a un massimo di 500: è il prezzo del decoro stabilito con apposita ordinanza dal sindaco leghista Flavio Tosi. Basta, finito. Non deve più succedere quel che accade da tempo a Verona in piazza Viviani, ai giardini di piazza Indipendenza, nei cortili del Mercato vecchio e del Tribunale, in piazza dei Signori. Dove ogni giorno si ritrova un’umanità dolente di senza casa, gente che aspetta come la manna dal cielo i pacchi alimentari consegnati dalle associazioni, ma anche il cibo portato loro da veronesi caritatevoli. I residenti del centro storico protestano, non sopportano che il salotto della città si trasformi in un centro di accoglienza per sbandati. E la colpa di tanto degrado, se di colpa si tratta, sarebbe tutta delle associazioni e dei cittadini che si prendono cura di questi clochard.
Se nessuno portasse loro cibo e bevande, è il ragionamento, il cuore di Verona non sanguinerebbe più per il degrado. Almeno fino al prossimo 31 ottobre, quando scadrà l’ordinanza emessa dal sindaco Tosi. Gli addetti ai lavori sembrano un po’ attoniti. «Il provvedimento è caduto come un fulmine a ciel sereno, non ce l’aspettavamo », sbotta Marco Tezza, presidente della Ronda della carità. La onlus, aggiunge, rispetterà quel divieto, «ma in ogni caso tutti gli anni a fine maggio, quando all’Arena cominciano le Opere, con la nostra attività ci spostiamo dalle piazze del centro storico al lungargine Rubele e invitiamo i nostri assistiti a venire lì; quest’anno siamo stati invitati a farlo in anticipo per una mostra importante a Palazzo della Ragione, e così abbiamo fatto». Ma l’ordinanza di ieri resta «un fulmine a ciel sereno». Forse anche perché (ma questo Tezza non lo dice) non è bello accomunare il destino dei senzatetto e quello dei piccioni: agli uni e agli altri non va dato cibo.
È una lettura che, tuttavia, Flavio Tosi respinge quasi con sdegno. Il sindaco prima elenca l’entità del danno: «Vicino a piazza Dante c’è un giardino dove da tempo la Ronda della carità consegna i pacchi di alimentari: adesso quelli che bivaccano sono diventati una ventina,
vivono lì e usano quel luogo come bagno di casa; la situazione era diventata ingovernabile, per questo ho dovuto prendere il provvedimento di divieto; a Verona ci sono un sacco di strutture per l’accoglienza, chi invece decide di vivere in strada provoca disastri sotto il profilo igienico-ambientale». Poi si sbraccia per ribattere a chi sostiene che soprattutto sotto elezioni i leghisti devono mostrare il pugno di ferro: «La mia ordinanza non viene meno allo spirito cristiano, e comunque d’inverno, quando c’è l’emergenza freddo, noi accogliamo anche i clandestini».


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