by redazione | 28 Aprile 2014 8:21
Dodici dei tredici osservatori della Osce rapiti dai separatisti a Slaviansk rimangono prigionieri. Uno degli ostaggi, svedese, è stato rilasciato ieri sera a causa delle sue condizioni di salute: soffre di diabete. Per la sorte degli altri è in corso una trattativa che ha fatto volare in Ucraina il segretario generale dell’organizzazione Lamberto Zanner.
Il sindaco autoproclamato di Slaviansk Vladimir Ponomariov ieri ha esibito gli otto ostaggi europei in una conferenza stampa. Il tedesco Axel Schneider ha dichiarato alle telecamere di essere «ospite del sindaco» e di non sapere quando lui e i suoi compagni potranno lasciare la città, dove sono stati fermati come «spie della Nato» durante un’ ispezione. I filo-russi vorrebbero barattarli con i loro compagni arrestati.
Gli europei affermano di venire «trattati bene», mentre invece non si sa nulla della sorte dei loro cinque accompagnatori ucraini. Ieri i separatisti hanno catturato altri tre ufficiali di Kiev: la loro foto, spogliati, legati e bendati, con segni di percosse, è stata pubblicata in Internet. Suscitando però subito dubbi sulla sua autenticità: in primo piano appare una mitragliatrice che alcuni esperti hanno identificato come un’arma tedesca della seconda guerra mondiale. Kiev ha ammesso che tre suoi agenti speciali sono stati catturati durante un tentativo di raggiungere Igor Bezler, separatista che si presenta come «ufficiale dell’esercito russo» e che risulta implicato nella morte del deputato Vladimir Rybak, rapito e ucciso dopo aver cercato di riportare sul municipio di Slaviansk la bandiera ucraina.
La bandiera dei filo-russi che si richiama al tricolore di Mosca, sventolata ieri anche sulla tv di Donezk, occupata da qualche centinaio di manifestanti che vogliono staccare le reti ucraine e sostituirle con le tv russe. Nessun segno di allentamento della tensione, e oggi Washington e Bruxelles hanno intenzione di lanciare nuove sanzioni contro Mosca. L’Ue estenderà la «lista nera» ad altre 15 persone, tra le quali forse Alexey Miller e Igor Sechin, i capi dei giganti Gazprom e Rosneft.
Gli Usa vorrebbero colpire anche società e interi settori e chiedono agli europei di mettere da parte le reticenze e allinearsi con l’embargo americano. E continuano la ricerca del patrimonio personale di Vladimir Putin, stimato intorno ai 45 miliardi di dollari. Secondo diversi insider, possiederebbe il 78% di Gunvor, principale trader di petrolio russo, un terzo della petrolifera Surgutneftegaz e il 4,5% di Gazprom. Il «New York Times» rivela che già nel 2007 la Cia produsse un memorandum sulla ricchezza segreta di Putin. Ma non è mai riuscita a fornire prove certe che sia l’uomo più ricco del mondo.
ANNA ZAFESOVA
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