Pechino, al via stimoli per infrastrutture e lavoro

by redazione | 9 Aprile 2014 11:00

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Il 2008, quando Pechino sostenne l’economia nazio­nale di fronte al rischio di crisi inter­na­zio­nale, con una con­si­stente inie­zione eco­no­mica, è lon­tano, ma la Cina nei giorni scorsi ha annun­ciato un pac­chetto di spesa che il Wall Street Jour­nal ha defi­nito «con­si­stente» per la crea­zione di nuove fer­ro­vie e metro­po­li­tane, alloggi per per­sone a basso red­dito (che coin­vol­gono le ban­che di Stato) e age­vo­la­zioni fiscali per le pic­cole imprese.

«Ma non c’era nes­sun car­tel­lino del prezzo attac­cato alle misure e per la mag­gior parte face­vano parte del piano di lavoro eco­no­mico annuale annun­ciato il mese scorso», ha scritto il gior­nale finanziaro.

«Il pac­chetto assi­cura che pro­getti in can­tiere ven­gano effet­ti­va­mente rea­liz­zati e che potreb­bero essere leg­ger­mente acce­le­rati» ha detto l’economista Louis Kuijs della Royal Bank of Sco­tland. Poli­ti­che popo­lari e aggiu­sta­menti finanziri.

Come ha spe­ci­fi­cato Li Keqiang, l’obiettivo per quest’anno è costruire 6.600 chi­lo­me­tri di nuovi binari, 1.000 chi­lo­me­tri in più di quelli che la Cina ha costruito l’anno scorso, «in uno sforzo per soste­nere l’occupazione e aiu­tare il governo a creare 10 milioni di posti di lavoro che ha iden­ti­fi­cato come neces­sari per man­te­nere la sta­bi­lità eco­no­mica e sociale quest’anno».

Come ripor­tato dal Finan­cial Times, «Li ha anche detto di aver ordi­nato alla China Deve­lo­p­ment Bank, brac­cio del governo cen­trale per i pre­stiti, l’istituzione di ser­vizi il cui com­pito prin­ci­pale sarà quello di finan­ziare la costru­zione di alloggi per le per­sone a basso red­dito sov­ven­zio­nati dal governo». Il governo sta inol­tre valu­tando di esten­dere sgravi fiscali alle pic­cole imprese.

«L’annuncio – ha scritto il Ft — è un impe­gno limi­tato a sti­mo­lare la cre­scita che dovrebbe essere inter­pre­tato più come un ten­ta­tivo di pun­tel­lare la fidu­cia nazio­nale per l’economia che come un passo per inau­gu­rare mosse aggres­sive di sti­molo, ha detto Nicho­las Con­so­nery, diret­tore per l’Asia presso il Gruppo Eura­sia. Detto que­sto, crea anche un per­corso per mosse più aggres­sive in seguito, se l’economia con­ti­nuasse a raf­fred­darsi al di là della zona di com­fort della leadership».

Il governo dun­que intende tirare in mezzo gli isti­tuti ban­cari per finan­ziare la rico­stru­zione delle barac­co­poli e con­sen­tire un livello digni­toso alla pro­pria popo­la­zione meno agiata, con­sen­ten­do­gli poi di con­su­mare e svi­lup­pare di con­se­guenza il mer­cato interno.

Il governo intende «inco­rag­giare le ban­che com­mer­ciali, gli isti­tuti di pre­vi­denza e di assi­cu­ra­zione a par­te­ci­pare atti­va­mente alla ristrut­tu­ra­zione delle barac­co­poli», ha spe­ci­fi­cato il Con­si­glio di Stato nel suo documento.

In altre parole, i poli­tici cinesi – secondo gli ana­li­sti — si aspet­tano una cre­scita del cre­dito per con­ti­nuare ad acce­le­rare, «nono­stante i dif­fusi timori di una bolla del cre­dito; negli ultimi cin­que anni, il cre­dito in Cina è cre­sciuto a un livello simile a quello degli Stati Uniti, Europa, Sud Corea e Giap­pone prima chele bolle scop­pias­sero, pro­du­cendo reces­sioni profonde».

«Non è che le riforme strut­tu­rali non con­tano», ha detto Kuijs, ex capo eco­no­mi­sta per la Cina della Banca Mon­diale al Wall Street Jour­nal, «ma non mi sem­bra che il gruppo diri­gente sia pre­oc­cu­pato quanto il mer­cato della rapi­dità con cui il rap­porto credito-Pil sta aumen­tando. I lea­der sem­brano pen­sare di avere più tempo per affron­tare que­sti pro­blemi, quando ci sono pres­sioni al ribasso sulla crescita».

La lea­der­ship nazio­nale pro­cede quindi con una sorta di riag­giu­sta­mento eco­no­mico finan­zia­rio, cer­cando la qua­dra e appro­fit­tando del ral­len­ta­mento della cre­scita: con­sen­tire quelle riforme che favo­ri­scano gli scal­pi­tanti pri­vati e garan­tire il benes­sere a quelle fasce di popo­la­zione fino ad oggi escluse dal mira­colo cinese.

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