“Niente prescrizione per la strage alla Thyssen ma no a pene più alte”

“Niente prescrizione per la strage alla Thyssen ma no a pene più alte”

Loading

ROMA L’unico punto fermo è che non ci sarà la prescrizione. Per il resto la sentenza di giovedì sulla Thyssen ha suscitato diverse perplessità, alle quali sono state date risposte diverse. Anche all’interno della Cassazione c’è chi dice che le pene potranno essere anche più alte, chi assicura che rimarranno uguali a quelle del secondo grado e chi, invece, sostiene che si va incontro a una riduzione.
Partiamo dalla certezza: la prescrizione. Le Sezioni Unite hanno dichiarato «irrevocabili le parti della sentenza relative alle responsabilità degli imputati». Il che vuole dire che sono colpevoli e su questo la sentenza è definitiva.
Il resto è piuttosto incerto. La Corte, infatti, pur accogliendo l’impianto accusatorio, ha modificato i reati. Ha ritenuto che non ci fossero gli estremi per applicare il secondo comma dell’articolo 437 (che prevede il disastro come conseguenza dell’omissione dolosa ipotizzata nel primo comma) e che quindi, ferma restando l’omissione dolosa, l’incendio sia attribuibile agli imputati solo a titolo di colpa come previsto dall’articolo 449. In buona sostanza, i Supremi giudici credono che si debba contestare un reato in più. Ed è a questo punto che sorgono i problemi interpretativi perché il comma eliminato, facendo discendere il disastro dalle omissioni, ne alzava la pena da tre a dieci anni. Ma ora che quel reato è stato cancellato, al nuovo processo si avranno due nuove contestazioni con pene massime di 5 anni l’una (il minimo è sei mesi). E quando si è chiesto, come se lo sono chiesti i parenti delle vittime, se ciò sia un bene o un male per gli imputati, le risposte sono state diverse. E così mentre il pm che aveva istruito il processo, Raffaele Guariniello, annuncia che chiederà un aumento delle pene, fonti del Palazzaccio spiegano che «nel processo d’appello-bis potranno aumentare le pene per singolo reato ma non potrà aumentare, complessivamente, l’entità della condanna per ciascun imputato».
Dichiarazioni che non mettono tutti d’accordo: c’è anche chi pensa che un giro di vite sia possibile sulla carta. Non ragionevole, ma possibile. Ma questa è una partita che si giocherà a Torino e che tutti si augurano possa iniziare il prima possibile perché ci sono madri e padri che hanno diritto di avere una parola definitiva.


Tags assigned to this article:
Thyssen

Related Articles

Fine dell’Ue, grazie a Hollande

Loading

Migranti. La Francia sta di fatto sabotando le aperture della Merkel insieme alle destre, tradendo la sua storia di terra d’asilo

Grillo sul blog: siamo oltre la sconfitta I parlamentari nervosi chiedono un vertice

Loading

Nel video accuse ai pensionati: non pensano ai nipoti Otto ore di riunione con il guru dei 5 Stelle Europa, asse con l’Ukip

Quella norma di Re Umberto e i maxi bonus dei banchieri

Loading

MILANO — Un emendamento fresco fresco e una vecchia norma ormai rottamata. In mezzo, le regole sui potenziali conflitti di interessi dei banchieri. Altri tempi, altra epoca, altro impianto giuridico, ma la vecchia norma è stata evocata a sorpresa pochi giorni fa in un procedimento giudiziario contro amministratori e sindaci (quasi tutti rinviati a giudizio) di una banca della Romagna, per anni, secondo l’accusa, usata come un bancomat.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment