Inflazione zero nelle città Il debito a 2.107 miliardi
Il debito pubblico a marzo ha raggiunto un nuovo massimo storico a 2.107,2 miliardi, 17,5 in più di febbraio, e il tasso di inflazione si è confermato vicino allo 0, precisamente allo 0,1% mensile e allo 0,4% tendenziale. A determinare il raffreddamento dei prezzi – che in alcune città come Venezia hanno evidenziato addirittura una contrazione mentre in altre come Roma sono rimasti invariati – è stato il ribasso dei prodotti energetici e degli alimentari da cui non sfuggono anche i cibi tradizionali della tavola pasquale. I dati diffusi ieri rispettivamente dalla Banca d’Italia e dall’Istat in qualche modo definiscono il perimetro di quel «moderato ottimismo» sul futuro dell’economia emerso a Washington nel fine settimana, agli incontri del G20 e del Fondo monetario. La continua rincorsa di record del debito, per finanziare un fabbisogno crescente, in realtà assume significato solo se si rapporta alla crescita del Pil (Prodotto interno lordo) come prevede anche il percorso indicato negli accordi europei. Ed è quindi all’andamento del Pil nel primo trimestre che bisognerà guardare per vedere se il cammino di abbattimento del debito potrà essere imboccato presto. Quanto all’inflazione, in Italia più bassa che altrove, può essere considerata una buona notizia solo – e non è poco – in relazione alla salvaguardia del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni. I mercati, comunque, in attesa dell’attuazione delle misure pro-crescita e del cambiamento di rotta attraverso le riforme istituzionali annunciato anche nelle sedi internazionali dal nuovo governo guidato da Matteo Renzi, continuano a dare fiducia ai titoli italiani. Ieri la prima giornata del collocamento del Btp Italia, il titolo indicizzato all’inflazione italiana che si può acquistare anche online destinato al grande pubblico dei risparmiatori, si è chiusa con un boom di richieste per 6,72 miliardi di euro per oltre 110 mila contratti. Il collocamento della sesta edizione del Btp – che avrà la scadenza di 6 anni ed un rendimento cedolare minimo dell’1,65% – dovrebbe terminare giovedì con l’eventuale estensione dell’offerta agli investitori istituzionali, ma non è escluso, visto il successo di ieri una chiusura anticipata. Intanto sul secondario lo spread fra i rendimenti dei Btp decennali, scesi ieri fino al nuovo minimo del 3,16%, ed i Bund tedeschi di uguale durata è calato a quota 164 punti mentre Piazza Affari dopo un avvio negativo per i timori sull’evoluzione della crisi ucraina, ha chiuso in linea con le altre Borse europee in progresso dello 0,55% a 21.314. Quanto all’euro infine si è indebolito a 1,38 dollari sulla scia delle affermazioni fatte a Washington da Draghi circa la pronta reazione della Bce ad un eventuale ulteriore rafforzamento della moneta unica che alimenta il rischio di deflazione.
Stefania Tamburello
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