I disoccupati esplodono

by redazione | 5 Aprile 2014 10:25

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Un’altra soglia è stata sfon­data, e sem­pre in peg­gio: Adesso i disoccupati sono al 13%, il dato peg­giore dal 1977: l’aggiornamento viene dall’Istat, dati di feb­braio. Allar­mante anche l’indice gio­va­nile (15–24 anni): si atte­sta al 42,3%, pur subendo una lie­vis­sima fles­sione (-0,1%) rispetto al mese di gennaio.

Ma ovvia­mente que­sto pur bas­sis­simo «miglio­ra­mento» non atte­nua la dram­ma­ti­cità del trend sul lungo ter­mine: la disoc­cu­pa­zione gio­va­nile è infatti aumen­tata di ben il 3,6% rispetto al feb­braio 2013, men­tre di ben il 9% si è incre­men­tato il dato gene­rale (arri­vando appunto al 13%).

Le per­sone in cerca di lavoro, nel nostro Paese, sono 3 milioni e 307 mila, in aumento dello 0,2% rispetto a gen­naio (+8 mila) e appunto del 9% rispetto a un anno prima (+272 mila). Men­tre, se restrin­giamo l’area solo ai più gio­vani, ne abbiamo 678 mila.

Dati che arri­vano pro­prio nel giorno in cui Mat­teo Renzi visita la Gran Bre­ta­gna e il suo col­lega pre­mier Came­ron, con­fron­tando le sue ricette con quelle degli inglesi.Dati che il pre­si­dente del con­si­glio defi­ni­sce «scon­vol­genti»: «Si sono persi mille posti di lavoro al giorno», nota.

Nell’area euro la disoc­cu­pa­zione è abba­stanza più bassa: all’11,9%, ed è sta­bile, segnala Euro­stat. Il nostro dato stona parec­chio rispetto a quello tede­sco (al 7,1%, peral­tro in discesa) e soprat­tutto la dina­mica è tra le più dram­ma­ti­che, visto che peg­gio di noi fanno solo Gre­cia e Cipro. Quest’ultima è infatti pas­sata dal 14,7% al 16,7%, men­tre la Gre­cia dal 26,3% al 27,5%.

Anche il dato gio­va­nile euro­peo risulta in calo: nei 18 Paesi dell’Eurozona, l’indice dei 15–24 enni è pas­sato dal 23,6% al 23,5% (in Ita­lia dal 42,4% al 42,3%). Il nostro Paese resta comun­que nella Ue quello messo peg­gio dopo la Spa­gna, dove gli under 25 senza lavoro sono pas­sati dal 54,2% al 53,6%. Nell’insieme dei 28 Paesi della Ue, la disoc­cu­pa­zione gio­va­nile a feb­braio si è atte­stata al 22,9% con­tro il 23% di gennaio.

Ma l’obiettivo di Mat­teo Renzi, che qual­che giorno fa ha annun­ciato di voler ripor­tare il dato sotto il 10% entro la fine della legi­sla­tura, è di age­vole rea­liz­za­zione? Qual­che cal­colo lo for­ni­sce l’Istat.

Una ridu­zione della disoc­cu­pa­zione che ne porti il tasso sotto il 10% richie­de­rebbe un calo di almeno 780 mila disoc­cu­pati. Attual­mente il tasso del 13% vede 3,3 milioni di disoc­cu­pati a fronte dei 25,5 milioni di per­sone con­si­de­rate all’interno del mondo delle «forze del lavoro». Per scen­dere al 9,9%, cri­stal­liz­zando per como­dità il valore delle «forze del lavoro», signi­fi­che­rebbe fer­mare i disoc­cu­pati a circa 2 milioni 520 mila, con un calo quindi del 24%.

Una cifra sem­pre piut­to­sto alta, ma inver­tire il trend in modo così deciso, dopo anni di crisi e di emor­ra­gie infi­nite, sarebbe già un sogno: va ricor­dato tra l’altro che qual­che giorno fa il mini­stro del Lavoro Giu­liano Poletti aveva annun­ciato che il 2014 sarà «ancora un anno di sof­fe­renza», per­ché «di tran­si­zione». Quindi, il governo spera evi­den­te­mente di inver­tire il trend a par­tire dal 2015, e non prima.

Tor­nare al 10%, signi­fi­che­rebbe annul­lare (sul piano sta­ti­stico) ben due anni di crisi: per tro­vare un tasso di disoc­cu­pa­zione a quei livelli biso­gna risa­lire infatti al gen­naio 2012. Allora si era toc­cato il 9,5%, ma già si era bal­zati al 10% nel mese suc­ces­sivo. Le «forze lavoro» ammon­ta­vano a 25,4 milioni e i disoc­cu­pati supe­ra­vano di poco i 2,4 milioni.

Volendo rag­giun­gere il tar­get entro la fine dell’anno – ipo­tiz­zando una corsa certo quasi impos­si­bile – a par­tire da mag­gio occor­re­rebbe ridurre l’esercito dei senza lavoro di circa 100 mila unità al mese. Un obiet­tivo troppo alto, forse, anche per l’iper attivo pre­si­dente Renzi.

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