Hollande: «Messaggio ricevuto» E nomina Valls capo del governo
PARIGI — François Hollande, gravemente indebolito dalla sconfitta alle Municipali, vara un «governo di combattimento». Con un messaggio accorato ai francesi, in diretta tv alle 20, il presidente della Repubblica ha ringraziato Jean-Marc Ayrault per «il coraggio e l’abnegazione», e ha annunciato l’inizio di una nuova fase dando l’incarico di formare un altro governo a Manuel Valls, il ministro dell’Interno che anche grazie alla linea dura su immigrazione e sicurezza è da mesi il politico francese più popolare.
La situazione del presidente è molto difficile, la carta Valls — inviso all’ala sinistra del Partito socialista — è l’ultima speranza per raddrizzare il Paese e le sorti del quinquennio. «Ho sentito il vostro messaggio, è molto chiaro — ha esordito Hollande — cambiamenti insufficienti, troppa lentezza, ancora troppa disoccupazione, giustizia sociale insufficiente e troppe tasse. Non ignoro le sofferenze di molti di voi, la difficoltà di arrivare alla fine del mese, ad assicurare l’educazione dei vostri figli, a trovare un alloggio. So che molti francesi si sentono dimenticati, abbandonati. Il vostro messaggio è indirizzato direttamente a me, e io devo darvi risposta».
Quindi, l’incarico a Valls, che dovrà formare una squadra «ristretta, coerente e compatta». «Tre cose chiedo a Valls — ha proseguito Hollande — prima di tutto rilanciare l’economia, dando il via al patto di responsabilità che ridarà competitività alle imprese francesi. Poi, la giustizia sociale: serve un patto di solidarietà fondato su tre pilastri, l’educazione e la formazione dei giovani, la sicurezza sociale con priorità alla Sanità, il potere d’acquisto con una riduzione delle imposte dei francesi e una diminuzione dei contributi pagati dai dipendenti». Infine, il terzo più generico punto chiave del nuovo corso richiesto a Valls, la lotta alla «crisi civica e anche morale che attraversa la Francia».
Meno tasse, meno disoccupazione, rilancio dell’economia. Se fosse così semplice, probabilmente il presidente della Repubblica francese non avrebbe aspettato 22 mesi prima di cambiare rotta. Finora Hollande aveva l’ambizione di tenere lo sguardo alto, lontano dai sondaggi, dalla politica quotidiana e dalle occasionali sconfitte politiche, per perseguire l’obiettivo a lungo termine del risanamento del Paese. Il crollo alle elezioni municipali di domenica gli impedisce di continuare, ed è per questo che in 24 ore il presidente si è presentato ai francesi rompendo il suo silenzio e annunciando la svolta. Il tentativo è di spingere sulla via socialdemocratica, liberale in economia, con il patto di responsabilità annunciato a gennaio — sgravi fiscali alle aziende che assumono finanziati con 50 miliardi di tagli alla spesa pubblica — e che adesso deve essere tradotto nella realtà. Nella speranza di non scontentare troppo la sinistra del partito Hollande ha parlato anche per la prima volta di un «patto di solidarietà».
«Non è cambiando premier, non è con il calciomercato che si risolvono i problemi della Francia», ha commentato Marine Le Pen, e anche Jean-François Copé, leader dell’Ump vincitore delle elezioni, si è detto scettico: «Inutile cambiare uomini se non si cambia politica».
Nel discorso di Hollande c’è poi un punto molto interessante, una frase detta quasi en passant ma che potrebbe avere conseguenze importanti a livello europeo. «Il governo dovrà anche convincere l’Europa che questo contributo della Francia alla competitività e alla crescita deve essere tenuto di conto nel rispetto dei suoi impegni. Perché rafforzare l’economia francese, è il miglior modo di riorientare l’Europa». Tradotto, la Francia — che già è trattata con grande indulgenza da Bruxelles — chiede ancora più tempo per rientrare sotto la famosa soglia del 3% (oggi è sopra il 4%). Vedremo che ne pensano Angela Merkel e gli altri alleati europei.
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