Erdogan sotto pressione dopo le rivelazioni di Seymour Hersh

by redazione | 11 Aprile 2014 11:00

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Due gior­na­li­ste bri­tan­ni­che si sono dimesse dal ser­vi­zio in lin­gua inglese dell’agenzia semi-ufficiale turca Ana­dolu per­chè, denun­ciano, è un “organo di pro­pa­ganda” del pre­mier Erdo­gan. Kate O’Sullivan e Laura Beni­tez affer­mano che «la linea edi­to­riale di Ana­dolu sulla poli­tica interna e sulla Siria è tal­mente pro-governativa che è come scri­vere comu­ni­cati stampa». Il passo deciso da O’Sullivan e Beni­tez potrebbe essere col­le­gato al lungo ser­vi­zio sul “Lon­don Review of Books” del gior­na­li­sta ame­ri­cano e pre­mio Puli­tzer Sey­mour Hersh che nei giorni scorsi ha rive­lato, gra­zie a un ex 007 sta­tu­ni­tense, che l’attacco con il gas sarin del 21 ago­sto 2013 a Ghouta (cen­ti­naia di civili morti), attri­buito alle forze gover­na­tive, fu com­piuto dai ribelli siriani con l’aiuto della Tur­chia per spin­gere gli Stati Uniti ad attac­care la Siria.

Ankara smen­ti­sce e gli Stati Uniti ripe­tono che le respon­sa­bi­lità di quell’attacco con il gas furono del regime di Bashar Assad. E non man­cano i soliti ana­li­sti “impar­ziali” impe­gnati a sol­le­vare dubbi sulla rico­stru­zione dell’accaduto fatta da Hersh che pure è noto per le sue doti di inte­grità e pro­fes­sio­na­lità, dimo­strate in una car­riera lunga decenni. Secondo Hersh – Pre­mio Puli­tzer nel 1970 per un repor­tage sul gra­vis­simo mas­sa­cro di My Lai in Viet­nam nel 1968 com­piuto dalle truppe Usa – l’attacco fu una trap­pola pre­di­spo­sta dai ser­vizi tur­chi per con­vin­cere Barack Obama a dare l’ordine di decollo ai piloti di cac­cia­bom­bar­dieri inca­ri­cati di col­pire la Siria. Nei mesi pre­ce­denti il pre­si­dente Usa aveva indi­cato l’uso di armi chi­mi­che da parte delle forze armate agli ordini di Assad come la ‘linea rossa’ che avrebbe pro­vo­cato un inter­vento mili­tare ame­ri­cano. Nono­stante la secca smen­tita di Dama­sco, Obama diede l’ordine al Pen­ta­gono di pia­ni­fi­care un attacco entro il 2 settembre.

Hersh ha sco­perto che due giorni prima dell’offensiva aerea un rap­porto dei ser­vizi segreti bri­tan­nici dimo­strò agli ame­ri­cani che il gas sarin usato non era quello sti­pato nei depo­siti dell’esercito siriano. Obama cercò a quel punto una via d’uscita ono­re­vole, chie­dendo prima il voto del Con­gresso sull’attacco (che fu nega­tivo) e poi la col­la­bo­ra­zione della Rus­sia per il disarmo chi­mico della Siria attual­mente in atto. «Sap­piamo che fu una azione ‘coperta’ attuata dagli uomini del pre­mier turco Erdo­gan per spin­gere Obama oltre la linea rossa», ha detto l’ex agente segreto a Sey­mour Hersh. Il sarin era arri­vato dalla Tur­chia e Ankara avrebbe anche for­nito l’addestramento all’uso delle armi chi­mi­che. Que­ste cla­mo­rose rive­la­zioni si aggiun­gono alle pole­mi­che susci­tate a fine marzo dall’uscita su You­Tube della regi­stra­zione di una riu­nione segreta di diri­genti tur­chi durante la quale il capo dei ser­vizi segreti Hakan Fidan, pro­clamò di essere pronto a man­dare i suoi uomini in Siria a lan­ciare mis­sili verso il ter­ri­to­rio turco per giu­sti­fi­care l’inizio della guerra.

Oggi come un anno fa, Erdo­gan mani­fe­sta una forte insod­di­sfa­zione per la linea incerta sulla Siria dell’Amministrazione Obama e degli altri alleati nella Nato. Il pre­mier turco vuole la guerra, non certo per por­tare a Dama­sco la libertà e i diritti che, peral­tro, nega in Tur­chia. Piut­to­sto deve sba­raz­zarsi di Assad, un osta­colo alla rea­liz­za­zione di un nuovo ordine regio­nale isla­mi­sta e a guida turca (Ara­bia sau­dita per­met­tendo). Semih Idiz, edi­to­ria­li­sta del gior­nale indi­pen­dente Taraf, spiega che Ankara è pronta da lungo tempo alla guerra ma non rie­sce ad inse­rirla nel qua­dro di un inter­vento dell’Onu o della Nato, a causa delle esi­ta­zioni occi­den­tali. Pesa sulle deci­sioni di Washing­ton anche l’appoggio che il MIT, il ser­vi­zio di intel­li­gence turco, offre in molti modi alle for­ma­zioni jiha­di­ste che com­bat­tono con­tro Dama­sco. Dal ter­ri­to­rio turco sono par­titi alla fine del mese scorso i mili­ziani di al Nusra (Al Qaeda in Siria) che hanno lan­ciato un’offensiva nella regione siriana di Lata­kiya, con­se­guendo suc­cessi mili­tari pro­prio nella roc­ca­forte di Assad. L’opposizione turca sostiene che il governo Erdo­gan da tempo darebbe assi­stenza mili­tare attiva ai jiha­di­sti. Il depu­tato Meh­met Ali Edi­bo­glu, della regione di Hatay, ha rive­lato che l’artiglieria turca la scorsa settimana

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