Contratti a termine, si cambia Le proroghe scendono a sei

Contratti a termine, si cambia Le proroghe scendono a sei

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ROMA — Il governo tende la mano alla minoranza del Pd ed è pronto a modificare, senza stravolgerlo, il decreto sui contratti a termine e l’apprendistato, all’esame della Camera per la conversione in legge. Per i contratti a termine dovrebbe scendere da otto a sei il numero delle possibili proroghe, cioè i rinnovi senza interruzione. Mentre sembra difficile la riduzione da tre a due anni per la durata massima di quelli più flessibili, cioè senza causale. Per l’apprendistato, invece, potrebbe tornare l’obbligo della formazione pubblica, con il coinvolgimento degli enti regionali. Delle possibili modifiche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha parlato ieri sera all’assemblea dei parlamentari del Pd.
Non è tutto quello che chiede l’ala sinistra del partito, che ha la maggioranza nella commissione Lavoro della Camera che sta esaminando il decreto e con il presidente Cesare Damiano parla di «necessari miglioramenti». Ma l’apertura è netta. «Non è un prendere o un lasciare – dice Poletti – il confronto è possibile. Ma se introduci dei vincoli sul numero dei rinnovi, arrivati alla scadenza del contratto l’azienda sostituisce il lavoratore».
Il secondo pezzo del Jobs act , il disegno di legge delega che prevede anche il contratto unico a tutele crescenti, ieri è stato firmato dal Capo dello Stato. È la grande riforma organica del settore, che però avrà tempi più lunghi, con il via libera del Parlamento sui principi generali e poi diverse norme attuative. Rispetto al testo uscito dal consiglio dei ministri venti giorni fa c’è una modifica importante: sui decreti attuativi che dovranno riscrivere le regole degli ammortizzatori sociali, proposti dal ministero del Lavoro, è previsto il concentro del ministero dell’Economia. Una «vigilanza» chiesta dalla Ragioneria dello Stato, visto che il nuovo assegno universale di disoccupazione richiederà lo stanziamento di nuovi fondi e si vogliono evitare fughe in avanti.
In vista delle prossime elezioni europee Confindustria ha presentato una lista di 10 priorità. Il presidente Giorgio Squinzi invita tutti i partiti a «selezionare candidature all’altezza, non in un’ottica di parcheggio», con l’obiettivo finale di «superare il dogma dell’austerità» e arrivare ad un patto europeo per l’industria, sul modello di quello già adottato per le politiche fiscali. Di imprese e crisi aveva parlato anche lo stesso ministro Poletti, a proposito dei lavoratori che occupano gli stabilimenti per poi mettersi in cooperativa e salvare la fabbrica. «Quando si trovano in una condizione del genere – aveva detto nello studio di 2Next , la trasmissione di Raidue condotta da Annalisa Bruchi, commentando due casi specifici – fanno bene a considerare anche questa come una delle opzioni possibili».
Lorenzo Salvia



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