Circolare del Dap ai direttori: «Basta dati ad Antigone»

by redazione | 12 Aprile 2014 12:34

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Sarà il clima di incer­tezza che si respira a ridosso della sca­denza per il com­ple­ta­mento dello spoil system (90 giorni dalla fidu­cia al governo), sarà che in certi ambienti ci si sta già pre­pa­rando alla nomina del Garante nazio­nale dei diritti dei dete­nuti – col­le­gio final­mente isti­tuito dall’ultimo decreto «svuota car­ceri» e che verrà nomi­nato dal capo dello Stato su indi­ca­zione del governo –, sarà per que­sto o per l’imminente dead­line del 28 mag­gio impo­sta dalla corte di Stra­sburgo o altro ancora, ma nelle stanze del Dipar­ti­mento dell’amministrazione peni­ten­zia­ria tira una strana aria. Nervi a fior di pelle, evi­den­te­mente, se nei giorni scorsi dalla sede romana di Largo Luigi Daga è par­tita, alla volta dei prov­ve­di­tori regio­nali e dei diret­tori gene­rali dell’amministrazione peni­ten­zia­ria, una cir­co­lare fir­mata dal vice capo Dipar­ti­mento, Dott. Luigi Pagano, che vieta d’ora in poi di for­nire diret­ta­mente «dati ed infor­ma­zioni sugli isti­tuti peni­ten­ziari» all’«Associazione Anti­gone», «onde evi­tare incoe­renze pre­giu­di­zie­voli in ordine all’immagine esterna dell’amministrazione». Pagano si rife­ri­sce con ogni evi­denza alla que­relle sui posti real­mente dispo­ni­bili nelle car­ceri, risolta nell’ottobre scorso dall’allora mini­stra Anna­ma­ria Can­cel­lieri che pub­bli­ca­mente ammise: «I letti sono 37 mila e non 47 mila come cal­cola il Dap». Ogni richie­sta da parte di Anti­gone, si legge ancora nella cir­co­lare, dovrà invece essere girata «a que­sto Dipar­ti­mento, il quale prov­ve­derà a valu­tarla secondo le linee di mas­sima tra­spa­renza alle quali si ispira».

In effetti da qual­che giorno (la cir­co­lare è datata 25 marzo) gli ope­ra­tori di Anti­gone ave­vano tro­vato la strada par­ti­co­lar­mente sbar­rata al loro lavoro. Quando Patri­zio Gon­nella, pre­si­dente dell’associazione, ne ha capito il motivo, ha scritto a Pagano e al capo del Dap, Gio­vanni Tam­bu­rino, infor­mando anche il Guar­da­si­gilli Andrea Orlando e il suo capo gabi­netto Gio­vanni Melillo che erano all’oscuro dell’iniziativa. In que­sta «fase cru­ciale per il cam­mino delle riforme» che richiede «deter­mi­na­zione» e «mas­sima tra­spa­renza», scrive Gon­nella, un tale “sug­ge­ri­mento” appare come «un peri­co­loso passo indie­tro» da parte di un’amministrazione che negli ultimi tempi aveva mostrato apprez­za­bili «aper­ture infor­ma­tive». Dopo aver spie­gato nei det­ta­gli le con­se­guenze di un simile ordine, sia sul loro lavoro di infor­ma­zione, sia sull’immagine pub­blica del Dap stesso, Gon­nella chiede che la cir­co­lare sia riti­rata e che venga con­sen­tito ad Anti­gone, «come abbiamo sem­pre fatto a par­tire dal 1998, di rac­co­gliere dati diret­ta­mente dai diret­tori di Isti­tuto, anche al fine di non rin­chiu­derli die­tro un imba­raz­zante silenzio».

Nelle ultime ore, il Dap sem­bra aver fatto un passo indie­tro su que­sta vicenda, anche se la cir­co­lare non è stata ancora riti­rata. Forse pre­sto Anti­gone potrà rico­min­ciare a svol­gere il suo pre­zioso lavoro, ma nel frat­tempo biso­gnerà vigi­lare sulla nomina del Garante nazio­nale dei dete­nuti, spe­rando che la scelta cada su una per­sona che porti un respiro inter­na­zio­nale e che sia estra­nea agli equi­li­bri di potere interni all’amministrazione penitenziaria.

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